Esitanza vaccinale: una minaccia alla salute globale

Esitanza vaccinale: è questo il termine con il quale si indica quel fenomeno complesso che racchiude diversi atteggiamenti possibili nei confronti dei vaccini. Non solo rifiuto assoluto, ma anche indecisione, incertezza e dubbi. Insomma individui “esitanti” nei confronti di questa immunizzazione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rappresenta una delle dieci maggiori sfide per la salute del 2019. Una delle più grandi minacce per l’umanità che deve essere affrontata perché “rischia di invertire i progressi compiuti nella lotta contro le malattie prevenibili con il vaccino”. Un problema dunque che riguarda tutto il mondo e non il nostro singolo paese, come a volte si tende a credere.

La fiducia nei confronti dei vaccini 

Ma perché le persone scelgono di non vaccinarsi? La risposta a questa domanda va al di là della semplice fiducia o sfiducia nei confronti dei vaccini. A contribuire all’esitazione, infatti, potrebbero esserci diversi fattori, per esempio barriere organizzative o strutturali come orari di apertura degli ambulatori o difficoltà nel prenotare le visite. Proprio per la rilevanza di questo fenomeno, nel 2012 lo Strategic Advisory Group of Experts (Sage) on Immunization dell’Organizzazione mondiale della sanità ha creato un gruppo di lavoro specifico sul tema che ha formulato una definizione dell’ esitanza vaccinale come un ritardo nell’adesione o come rifiuto della vaccinazione, nonostante la disponibilità di servizi vaccinali. Sicuramente la comunicazione con il pubblico è importante ed è fondamentale ristabilire quella fiducia – spesso in bilico – verso le istituzioni in generale e verso il sistema sanitario, in particolare.

A volte non basta l’evidenza scientifica

Nonostante la stragrande evidenza scientifica che i vaccini siano sia sicuri sia efficaci, infatti, i tassi di vaccinazione si sono stabilizzati al di sotto dei livelli accettabili, e un numero spaventoso di persone continua a nutrire credenze pericolose e false su ciò che i vaccini effettivamente fanno. Certamente la sfiducia nei confronti dei vaccini è stata alimentata dalla famosa bufala sul presunto legame tra autismo e vaccino mpr contro morbillo, parotite e rosolia. Fu il gastroenterologo inglese Andrew Wakefield a pubblicare uno studio – poi rivelatosi fraudolento – su un campione di 12 bambini. Diversi studi – con campioni sicuramente più significativi – hanno poi smentito questo legame eppure la gente continua a crederci.

Perché? Sembra che una volta che abbiamo un’idea di qualcosa, indipendentemente dall’accuratezza dei dati che dimostrano il contrario, difficilmente ce ne liberiamo. Le nostre convinzioni non sono, infatti, esclusivamente razionali, ma sono profondamente influenzate da fattori emotivi, dalla nostra esperienza personale. Ormai diversi studi mostrano che non basta elencare fatti e dati per riconquistare la fiducia delle persone, sempre più disorientate e pronte a cercare le informazioni autonomamente su internet.

I vaccini prevengono 2-3 milioni di morti all’anno

Ed è proprio questo il problema. A differenza di molte altre minacce per la salute pubblica inserite nell’elenco dall’OMS – come l’inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la resistenza agli antibiotici – l’ esitanza vaccinale ha una soluzione chiara ed efficace e cioè vaccinarsi. Ma, allo stesso tempo una grande difficoltà: convincere la gente dei fatti. “Gli operatori sanitari, in particolare quelli delle comunità, rimangono il consulente e l’influencer più fidato delle decisioni in tema di vaccinazione e devono, quindi, essere supportati per fornire informazioni attendibili e credibili sui vaccini“, scrive l’OMS che spiega “i vaccini sono uno dei modi più economicamente vantaggiosi per evitare la malattie: attualmente prevengono 2-3 milioni di morti all’anno e ne eviterebbero più di un milione e mezzo se la copertura globale migliorasse”.

Gli obiettivi del 2019 contro l’esitanza vaccinale

La ricomparsa del morbillo e di altre malattie prevenibili rappresenta un serio problema di salute pubblica. Dall’inizio del secolo, il vaccino contro il morbillo ha salvato oltre 21 milioni di vite, riducendo il numero delle vittime a livello globale dell’80% in soli 17 anni. Ma, nel 2017 il morbillo ha registrato un aumento del 30% dei casi a livello globale: le cause sono diverse e complesse e non sarebbe corretto dire che tutti i singoli casi siano dovuti all’esitazione nei confronti del vaccino. Tuttavia, alcuni paesi che erano vicini all’eliminazione della malattia hanno visto una rinascita.

Non bisogna dimenticare che, grazie alle vaccinazioni, molte malattie infettive sono virtualmente scomparse ed è questo che l’OMS mette in evidenza ponendosi importanti obiettivi nel 2019. Come quello di eliminare il cancro al collo dell’utero in tutto il mondo aumentando la copertura del vaccino HPV. O quello di fermare la trasmissione del poliovirus (un virus di una delle specie del genere Enterovirus che causa la poliomielite) in Afghanistan e Pakistan. L’Oms e i diversi partner si sono, infatti, impegnati a sostenere questi paesi a vaccinare ogni bambino per sradicare definitivamente questa malattia paralizzante e l’anno scorso, in entrambi i paesi sono stati segnalati meno di 30 casi.

Fonte: repubblica.it

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