I papillomavirus umani (HPV, dall’inglese Human papilloma virus) sono virus che si trasmettono prevalentemente per via sessuale e che si replicano nelle cellule dell’epidermide. Colpiscono sia gli uomini che le donne. Ne esistono oltre 120 varianti, che si differenziano per le tipologie di tessuto che infettano. Alcuni fra questi, definiti HPV ad alto rischio, sono collegati all’insorgenza di vari tipi di tumori, soprattutto della cervice e del collo dell’utero. Gli HPV a basso rischio (non legati a forme tumorali) possono invece provocare verruche genitali che causano dolore, bruciore, prurito, sanguinamento e forte stress. L’infezione è molto frequente: si stima che oltre il 75% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della vita con un virus HPV, con un picco di prevalenza nelle giovani fino a 25 anni di età.
Come si trasmette il papillomavirus?
L’infezione da HPV si trasmette soprattutto attraverso rapporti sessuali con partner portatori del virus. Il rischio di contrarre il virus quindi cresce con l’aumentare del numero dei partner. Che fare, allora? Da un lato, praticare una sessualità responsabile (usando ad esempio il profilattico nei rapporti occasionali) e, dall’altro, arrivare a una copertura universale dell’infezione, coinvolgendo anche i maschi, può contribuire a rendere le future generazioni immuni dal Papilloma.
Il virus può scomparire?
In realtà, generalmente, il nostro organismo è da solo in grado di combattere e debellare l’infezione. In alcuni casi, invece, il virus resiste e può portare a problemi anche molto seri. In caso di infezione persistente, il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa cinque anni, mentre la latenza per l’insorgenza del carcinoma cervicale può essere di 20-30 anni. Per questo, la prevenzione delle patologie HPV-correlate è basata su programmi di screening, che consentono di identificare le lesioni precancerose e sulla vaccinazione.
Esiste un solo vaccino o più di uno?
Dopo decenni di ricerca, sono stati resi disponibili due vaccini contro l’HPV altamente efficaci e con un ottimo profilo di tollerabilità.
Uno bivalente, efficace verso i tipi di Papillomavirus ad alto rischio, indicato nella prevenzione di lesioni precancerose della cervice uterina e del cancro del collo dell’utero nelle donne dai 10 ai 25 anni. Un vaccino quadrivalente, utile verso i tipi di Papillomavirus ad alto e a basso rischio indicato per la prevenzione della neoplasia della cervice uterina, delle lesioni precancerose del collo dell’utero, della vulva e della vagina e anche delle verruche genitali in donne dai 9 ai 45 anni e nei maschi dai 9 ai 26 anni. Recentemente è stato poi messo a punto anche un vaccino nonavalente, non ancora però disponibile in commercio.
Perché vaccinarsi?
Il vaccino contro il papillomavirus umano in Italia viene offerto gratuitamente a tutte le ragazzine dodicenni e, in alcune regioni, anche ai loro coetanei maschi e a ragazze di altre fasce di età. È stata chiaramente dimostrata la sua utilità per prevenire diverse forme di cancro e vaccinarsi è contro l’HPV è una delle 12 azioni consigliate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per «schivare» i tumori. L’interesse della comunità scientifica si è inizialmente focalizzato sulle conseguenze femminili dell’Hpv, ma nell’ultimo decennio è stato accertato che il Papillomavirus è responsabile nel sesso maschile di rare forme di cancro. Inoltre, vaccinare entrambi i sessi consentirebbe di bloccare la diffusione del virus e far scomparire alcune patologie. Purtroppo però la copertura vaccinale in Italia non ha ancora raggiunto i livelli sperati.
Fonte: corriere.it/salute
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