Diversi studi scientifici hanno dimostrato che, pur essendo più sicuro di altri, il lavoro d’ufficio nasconde comunque numerose insidie alla salute da non sottovalutare. Non ci credi? Leggi la prima parte dell’articolo.
Lavorare in ore strane è più stressante
Coloro che lavorano in uffici principalmente nelle ore notturne mostrano un rischio più elevato di diabete di tipo 2, cancro e malattie cardiache. Inoltre i ricercatori di Harvard hanno scoperto che svegliarsi tardi durante la giornata provoca un aumento nella produzione di cortisolo (l’ormone legato allo stress) e un calo di leptina (l’ormone che regola l’appetito).
Fissare a lungo il monitor stressa la vista
La “sindrome da visione al computer” è l’espressione con la quale viene definita la sindrome di affaticamento causata dall’uso prolungato di schermi elettronici e che provoca irritazione oculare. Un modo per evitarla è quello di implementare la regola del “20-20-20”: ovvero, ogni 20 minuti di lavoro al computer si stacca lo sguardo dallo schermo per 20 secondi per guardare qualcosa a 20 piedi (6 metri) di distanza.
La luce artificiale fa solo danni
Oltre a dare alla pelle un brutto colorito verdognolo, le luci artificiali tipiche dell’ambiente d’ufficio scombussolano anche l’orologio interno, provocando sonnolenza e diminuendo la capacità di concentrazione. La conferma in uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medicine, dove si è constatato che gli impiegati che non erano esposti alla luce naturale tendevano a dormire 46 minuti in meno di coloro che erano seduti vicino alle finestre; anche la qualità del loro sonno era peggiore.
Di noia si può morire
In base a uno studio dell’University College of London, chi lamenta alti livelli di noia ha più probabilità di morire giovane, a causa di problemi cardiaci o ictus. Come però ammettono i ricercatori, non è tanto la noia a causare direttamente le patologie bensì le reazioni che scatena, spingendo le persone annoiate a comportamenti pericolosi, come per esempio assumere droghe.
L’ufficio è un ricettacolo di germi
Analizzando il percorso di un virus (innocuo sulle persone) all’interno di un edificio pieno di uffici, i ricercatori dell’Università dell’Arizona hanno visto che bastano due ore perché il virus contamini la break-room, i bagni, gli uffici e le singole postazioni, mentre nel giro di quattro ore il contagio si era propagato a oltre il 50% delle superfici toccate dalle persone e sulle mani di circa la metà degli impiegati.
Gli open-space favoriscono le malattie
Indubbiamente sono apprezzati ma, oltre a facilitare la comunicazione e la collaborazione, gli open-space agevolano anche la diffusione dei virus. Come ha infatti scoperto uno studio danese, aumentando il numero di impiegati che lavora nella stessa stanza crescono anche i giorni di assenza per malattia.
Col mouse sono dolori
Tenere il mouse sempre nella stessa posizione per tutto il giorno finisce col sollecitare eccessivamente muscoli, tendini e tessuti molli degli arti superiori (polsi, avambracci, spalle e gomiti), rendendo così più soggetti alle cosiddette “lesioni da sforzo ripetitivo”. Per ovviare al problema, si può ricorrere a una piattaforma con supporto per l’avambraccio, in modo da ridurre l’area di utilizzo del mouse, o usare una tastiera più corta, che riduca i movimenti laterali.
Lo smartphone può infiammare il pollice
Come ha spiegato un medico del Philadelphia Hand Center, l’uso eccessivo dello smartphone può scatenare l’infiammazione della zona del pollice, accompagnata da dolori e crampi, o provocare addirittura l’osteoartrosi. A danno fatto, di solito la cura migliore prevede il riposo (dalla digitazione compulsiva) e la borsa del ghiaccio.
La tortura dei tacchi
Non c’è niente come un paio di tacchi per crescere in centimetri e fiducia, ma anche per causare gravi problemi alla schiena, favorendo il sopraggiungere di lesioni spinali, spasmi muscolari e persino mal di testa cronico ed emicrania. A maggior ragione, avverte un chirurgo ortopedico su Health, se sono scomodi e vengono indossati per molte ore al giorno.
Fonte: corriere.it/salute
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