È più giusto vivere per lavorare o lavorare per vivere? Oggi questo dubbio è superato, perché, la preoccupazione principale è quella di riuscire a trovare un lavoro. Chi, invece, ne ha uno, il più delle volte, ne è insoddisfatto.
Siamo stanchi, stressati, perennemente sotto pressione e, perciò, tendiamo a fallire quelli che dovrebbero essere gli obiettivi principali dei lavoratori: la crescita professionale e il raggiungimento di grandi soddisfazioni.
Lavorare può essere salutare?
Ma, nonostante lo stress e la stanchezza, lavorare fa bene alla salute.
Per essere salutare, però, il lavoro deve mirare al raggiungimento di ogni grande obiettivo, tramite 4 fasi fondamentali:
1 eccitazione;
2 esecuzione;
3 appagamento;
4 riposo.
È fondamentale che ogni nostro obiettivo lavorativo passi attraverso queste 4 fasi e, per farlo, occorre che, prima di programmare un’azione, ci aspettiamo da essa ciò che realmente può darci, perché avere delle aspettative troppo grandi rispetto all’effettivo risultato, potrebbe essere fonte di delusione e di conseguente aumento di stress.
Le 4 fasi del lavoro
Nella fase di eccitazione vengono chiamati in causa i diversi apparati psicofisiologici che consentono l’allestimento dell’azione sotto il profilo sia fisico sia mentale. A questo segue che l’azione si concretizza in comportamenti capaci di produrre lavoro, ma anche appagamento alternato da fasi di riposo.
In qualunque esecuzione è necessario che l’appagamento sia direttamente correlato all’azione stessa. Nel lavoro, spesso, non si realizza appagamento perché le aspettative sono incoerenti con l’azione che si esegue; supponiamo un’azione lavorativa che consista nel riempire ogni giorno un certo numero di moduli per inoltrarli ad altro operatore oppure una qualsiasi altra azione di routinaria e supponiamo che l’aspettativa del lavoratore (appagamento) sia diventare importanti, ricchi o prestigiosi, oppure sia aumentare la propria considerazione da parte degli altri. È evidente come l’appagamento in questo caso non si realizzi a causa dell’ incongruenza fra prestazione e aspettativa e ne consegue che il soggetto, ovviamente, va in frustrazione e quindi sotto stress magari accusando il lavoro del suo malessere.
Soddisfatti o stressati
Riuscire a realizzare ciò che ci si aspetta, o anche qualcosa in più, invece, ci porta a essere soddisfatti del lavoro svolto, più felici e, di conseguenza, più positivi rispetto ai successivi compiti da svolgere. Se vogliamo che il nostro lavoro non diventi una fonte di stress ma, anzi, ci risollevi il morale e faccia bene alla salute, il segreto sta nel crearsi delle aspettative adeguate agli obiettivi finali.
Lavorare con piacere e senza stress ci aiuta a stare meglio… provare per credere!
Fonte: pazienti.it
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