Sono oltre 35.000 le donne che in Italia convivono con un tumore al seno metastatico, che si è cioè diffuso in organi diversi da quello da cui ha avuto origine – in particolare ossa, cervello, fegato e polmoni. Pur essendo una minoranza tra coloro che vengono colpite da un cancro del seno, sono quelle che devono lottare più faticosamente per guarire. E se in alcuni casi le metastasi sono presenti per un ritardo nella diagnosi o perché le cure prescritte non sono state del tutto efficaci, in altri casi sono associate a una particolare forma di cancro del seno, detta “triplo negativo” , che rappresenta circa il 20% di tutti i tumori mammari. Anche i farmaci più innovativi oggi disponibili contro questa malattia non riescono ad agire sulle cellule di questi tumori.
Come si diagnostica
La diagnosi di tumore al seno è effettuata tramite l’analisi di un campione di tessuto tumorale ottenuto con una biopsia. Nei principali centri di cura italiani i medici scelgono la terapia più mirata ed efficace per il tipo di tumore in base alla presenza o meno di particolari recettori nelle cellule del campione prelevato con la biopsia.
I tumori tripli negativi sono una minoranza e mancano di tutti e tre i recettori. Spesso sono associati a un tipo di cancro del seno chiamato “basale”. In altri casi si accompagnano a una mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2, responsabile di alcune forme ereditarie e familiari di cancro del seno.
Il trattamento per il tumore al seno con metastasi
In mancanza, al momento, di un farmaco che possa combatterlo, il cancro del seno triplo negativo è più aggressivo degli altri, più complicato da curare e più facilmente soggetto a metastasi. Per la stessa ragione è oggetto di ricerche nei laboratori di tutto il mondo. Esistono comunque armi efficaci, prima fra tutte la chirurgia ma anche la chemioterapia classica, usate con successo in molti casi.
Dopo la cura le pazienti che hanno avuto un tumore del seno triplo negativo devono essere seguite più frequentemente delle altre perché le ricerche dicono che le ricadute sono più comuni, come pure è superiore il rischio di un altro tumore nell’altro seno, specie se anche i geni BRCA 1 e 2 sono mutati. Per questa ragione si consiglia alle donne con questo tipo di malattia di rivolgersi a centri specializzati che abbiano una buona esperienza nella cura e nel follow-up.
La costanza premia
Seguire un trattamento che dura anni con diversi effetti collaterali non è semplice ma, nel caso del cancro del seno e in particolare delle forme triplo negative, è necessario se si vuole trarre il massimo beneficio dalla terapia. Molte donne dopo l’intervento chirurgico che ha rimosso il tumore si devono sottoporre alle cosiddette terapie adiuvanti: lo scopo è ridurre il rischio che la malattia si ripresenti e questo comporta che in alcuni casi queste cure durino anni.
La letteratura scientifica dimostra che i benefici di queste cure si mantengono anche per 20 anni dopo l’operazione, a patto però che vengano seguite scrupolosamente le indicazioni del medico.
Fonte: airc.it
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