La proteina che protegge le metastasi del tumore al seno

Oggigiorno il tumore, e le conseguenti metastasi, rappresentano una delle principali cause di mortalità, con proiezioni piuttosto sconfortanti e nefaste per il prossimo futuro: le stime affermano che entro il 2050 la statistica di chi si ammalerà di cancro giungerà al 50%. Ovvero sia, un abitante del Pianeta Terra su due avrà a che fare, nella propria vita, con una neoplasia.

Tumore e metastasi

Tra le altre cose il tumore, la cui gravità dipende principalmente dall’organo colpito e dalla tempestività con cui viene diagnosticato, possiede un alleato che rappresenta il principale nemico della terapia chemioterapica: sono le metastasi, ovvero la disseminazione delle cellule cancerose che per via ematica, linfatica o per semplice contiguità attaccano anche altre zone dell’organismo, con esiti spesso fatali. Sono molte le sperimentazioni volte a comprendere i meccanismi che rendono queste cellule migranti così difficili da debellare: il fine ultimo, ovviamente, è sempre la sconfitta del cancro.

La ricerca italiana

Uno studio, condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e pubblicato sulla rivista specializzata Cancer Research, ha fatto luce sul ruolo fondamentale di una proteina nella preservazione delle metastasi persino in ambienti ostili. La sperimentazione si è concentrata precipuamente sul tumore del seno, evidenziando come l’osteopontina prodotta dalle cellule cancerogene riesca ad agire come vero e proprio scudo, rendendole invulnerabili agli attacchi delle difese immunitarie.

L’osteopontina

L’osteopontina è una proteina che in effetti è presente in tutti i mammiferi. Questa sostanza, solitamente, risulta fondamentale per l’organismo in quanto mantiene l’omeostasi delle ossa e partecipa ad alcuni processi del sistema immunitario: prodotta dalle cellule mieloidi, al contrario di quanto succede per le cellule cancerogene viene trattenuta dai globuli bianchi al proprio interno, contribuendo all’attività immunosoppressiva.

Nuove prospettive

Il risultato di questa sperimentazione rappresenta dunque un altro importante passo avanti nella lotta al cancro, in particolar modo quello al seno. Avendo fatto luce su questa nuova caratteristica delle metastasi, tristemente responsabili del decesso di molti pazienti tra la popolazione femminile, la speranza è che si possano produrre nuovi farmaci in grado di contrastare l’attività di scudo dell’osteopontina. Inoltre, questo studio fornisce l’ennesima riprova che l’ambiente extracellulare, una volta considerato ininfluente, gioca un ruolo attivo nella progressione della malattia: per di più, svela che anche cellule del sistema immunitario possono contribuire alla crescita delle metastasi, indicando dunque nuovi possibili bersagli della terapia.

Fonte: salute.ilgiornale.it

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