Gli studi sull’influenza della pillola contraccettiva sullo sviluppo di tumori sono complicati dal fatto che alcuni effetti sono rilevabili solo dopo molti anni dall’utilizzo. Nel frattempo le pillole in commercio cambiano sia come dosaggi sia come formulazioni, rendendo difficile applicare i risultati di tali studi alla situazione attuale. La pillola in alcuni casi può aumentare il rischio di sviluppare un tumore, in altri ridurlo. Tra i diversi fattori, dipende anche dal tipo di cancro. In ogni caso la scelta di fare uso della pillola anticoncezionale deve comprendere una valutazione generale dei rischi e dei benefici che vanno oltre la sola valutazione del rischio oncologico.
Pillola e cancro al seno
Il rischio di una donna di sviluppare un cancro del seno dipende da molti fattori, alcuni dei quali legati alla produzione naturale di ormoni. In particolare il rischio aumenta in tutte le situazioni in cui vi è un’esposizione prolungata ad alti livelli ormonali come un esordio precoce delle mestruazioni, una menopausa tardiva, una prima gravidanza tardiva (o l’assenza di gravidanze).
Sono stati condotti numerosi studi nel corso degli anni. Questo ha creato alcuni problemi nell’analisi dei risultati e ha dato origine a informazioni contrastanti, perché le prime pillole anticoncezionali arrivate sul mercato contenevano quantitativi molto elevati di ormoni, a differenza di quelle più moderne a basso dosaggio. I risultati degli studi, quindi, non sempre si possono applicare ai farmaci venduti oggi, che sono essenzialmente la minipillola, che contiene solo progesterone, e le cosiddette pillole combinate, che contengono due tipi di ormoni femminili, gli estrogeni e i progestinici.
Pillola e tumore ovarico
Praticamente tutti gli studi sui contraccettivi orali hanno mostrato un effetto protettivo della pillola contro il cancro dell’ovaio. Tale effetto, secondo studi successivi, è indipendente dal tipo e dal quantitativo di ormoni nella pillola ed è legato solo alla messa a riposo dell’ovaio che, durante il trattamento contraccettivo, smette di lavorare.
L’effetto positivo della pillola è stato analizzato anche nelle donne portatrici di mutazioni dei geni BRCA1 e 2 (ad alto rischio familiare di sviluppare un cancro del seno o dell’ovaio), con una riduzione del rischio di cancro ovarico pari al 50% circa.
Cancro dell’endometrio e della cervice uterina
Le donne che utilizzano i contraccettivi ormonali mostrano un rischio ridotto di cancro dell’endometrio, che persiste per molti anni dopo la cessazione della pillola. Un uso prolungato di contraccettivi orali, invece, è stato associato a un aumento del rischio di cancro della cervice uterina che tende a diminuire alla cessazione. Nel 2002, però, uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità ha dimostrato che l’aumento di rischio può essere legato alla presenza di un’infezione da virus del Papilloma umano (HPV).
È probabile quindi che fra la pillola e il tumore vi sia un legame indiretto. Le donne che usano questo metodo contraccettivo in genere non usano il preservativo e sono quindi a maggior rischio di contrarre l’HPV, il vero responsabile del tumore della cervice uterina. Questo problema dovrebbe ridursi man mano che aumenta la percentuale di persone (femmine e maschi) vaccinate contro l’HPV.
Pillola e rischio familiare di cancro del seno
Gli studi condotti in donne con grande familiarità per cancro del seno dimostrerebbero un aumento del rischio associato all’uso della pillola contraccettiva. Si tratta però di analisi condotte nei primi anni ’90 del secolo scorso, quindi poco applicabili alla realtà odierna. Le donne che hanno familiarità per il cancro del seno (o per altri tipi di tumori) dovrebbero discutere la scelta anticoncezionale con un medico esperto, per fare la scelta più utile e ponderata a livello individuale.
Pillola, cancro ed età
Secondo gli studi disponibili, sono le donne al di sopra dei 45 anni di età ad avere un rischio aumentato di cancro in associazione all’uso della pillola, in particolare per quel che riguarda il cancro al seno. D’altronde il dato non è inatteso: il rischio di base di ammalarsi aumenta dopo quell’età e quindi anche l’incremento assoluto del rischio segue lo stesso andamento. Inoltre, a quell’età la produzione naturale di estrogeni tende a diminuire, mentre l’uso della pillola ne mantiene i livelli artificialmente elevati.
In conclusione
La pillola contraccettiva protegge nei confronti di alcuni tumori, ma accresce il rischio di altri. Dare un valore a queste variazioni di rischio è molto difficile perché esse dipendono sia dalla frequenza dei diversi tumori (il cancro dell’ovaio è molto più raro del cancro del seno) sia dal rischio individuale di partenza (il livello di rischio di una donna con familiarità per tumore al seno è maggiore di quello delle donne che non hanno una predisposizione ereditaria alla malattia).
Nel valutare pro e contro di questo metodo di contraccezione, però, non ci si può limitare al cancro. La pillola ha effetti protettivi nei confronti di altre malattie (riduce l’anemia legata ai sanguinamenti eccessivi, l’acne, le cisti ovariche e l’osteoporosi) e negativi verso altre ancora (in particolare aumenta il rischio di malattie tromboemboliche e cardiovascolari).
Sul piatto della bilancia deve però avere il giusto peso anche la sua funzione principale, ovvero la prevenzione delle gravidanze indesiderate. La pillola è il metodo contraccettivo più sicuro in assoluto, con un tasso di fallimento inferiore all’1%: un dato che deve essere preso nella giusta considerazione in particolare in categorie fragili come le adolescenti o le donne che non vogliono o non possono assolutamente rischiare una gravidanza indesiderata.
Fonte: airc.it
987 Visite Totali, 1 Visite di oggi