Patologie della tiroide: un disturbo non solo in rosa

Le disfunzioni della tiroide sono abbastanza frequenti nel sesso femminile, e quando insorgono in età fertile possono disturbare la procreazione o destabilizzare la gravidanza.
I problemi alla tiroide, tuttavia, non vanno sottovalutati neppure dal sesso maschile, poiché l’ipertiroidismo, ma anche una tiroide funzionante al limite delle sue capacità, può aumentare il rischio di fratture vertebrali e dell’anca anche nell’uomo.

La tiroide degli uomini

Fra i disturbi endocrini, quelli tiroidei, nel sesso maschile, sono secondi solo al diabete: in Italia infatti, ci sono circa 500.000 pazienti che presentano, in maniera più o meno manifesta, una qualche disfunzione di questa importante ghiandola posta alla base del collo, disfunzione responsabile di un aumento del rischio di fratture.
Quando si parla di fratture dell’anca o delle vertebre si pensa generalmente all’osteoporosi e al sesso femminile: in realtà anche gli uomini sono soggetti alla rarefazione della densità ossea, che li espone con l’avanzare dell’età a un maggior rischio di fratture, rischio che può aumentare in caso di un ipertiroidismo subclinico. Una funzionalità della tiroide leggermente inferiore al normale, invece, non sembra incidere sul rischio fratture.

I noduli tiroidei

Dal 30 al 50% della popolazione generale inoltre, evidenzia la presenza di noduli, più o meno grandi, sempre a livello tiroideo: generalmente sono del tutto asintomatici e vengono scoperti casualmente durante i controlli di routine.
L’80% di loro riconosce una natura benigna, il 16,5% ha una natura indefinita che necessita di ulteriori accertamenti, mentre il rimanente 3,5% dei noduli riconosce una natura maligna.

L’evoluzione dei noduli

Dai dati scientifici a disposizione è emerso che i noduli tiroidei tendono a rimanere stabili nelle dimensioni nel corso del tempo oppure tendono a crescere molto lentamente o addirittura, a regredire spontaneamente.
Nelle persone con meno di 43 anni e un indice di massa corporea (IMC) superiore a 28 però, vi è un aumentata probabilità che i noduli vadano incontro a ingrossamento.

Bando ai pregiudizi

«La minor incidenza della patologia nodulare tiroidea negli uomini non deve essere un pretesto per abbassare la guardia – spiega il Professor Andrea Giustina, Ordinario di Endocrinologia presso l’Università di Brescia – Al contrario, il nodulo tiroideo è più frequentemente maligno negli uomini e deve essere adeguatamente caratterizzato e monitorato nel tempo per controllarne l’evoluzione. Purtroppo il sesso maschile è poco consapevole dell’incidenza dei disturbi tiroidei e arriva tardi alla diagnosi anche in presenza di sintomi tipici. Si tratta di un tipico caso di pregiudizio di genere che va combattuto con una adeguata informazione».

Fonte: starbene.it

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