È stata scoperta una molecola per stimolare la ricrescita dell’osso e far regredire l’osteoporosi. Si tratta del risultato messo a segno da un gruppo di ricerca del Children’s Medical Center Research Institute della Università del Texas UT Southwestern a Dallas. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista eLife.
L’Osteolectina
La molecola è il fattore di crescita Osteolectina, o Clec11a, che viene prodotto dal midollo osseo e dalle cellule delle ossa e promuove la formazione di nuovo tessuto osseo a partire dalle cellule staminali del midollo stesso.
La ricerca
Gli scienziati texani sono andati alla ricerca di una nuova molecola per contrastare l’osteoporosi. Se si elimina il gene dell’Osteolectina dal Dna di topi di laboratorio sani, questi cominciano rapidamente a perdere massa ossea come durante l’invecchiamento. Viceversa, se si somministra Osteolectina a topi con osteoporosi già in atto (caratterizzata da ridotta forza delle ossa e ridotta capacità di ripresa dopo una frattura), questi vedono regredire la perdita ossea e il volume delle ossa aumenta in modo significativo.
Altre sostanze anti-osteoporosi
Ad oggi non esistono farmaci per l’osteoporosi in grado di stimolare la ricrescita dell’osso, ma solo terapie per ritardare l’aggravarsi della malattia. Era conosciuta solo una sostanza che induce la ricrescita di nuovo osso, si chiama PTH ma il suo uso non può superare i due anni di terapia per il rischio di indurre lo sviluppo di tumore osseo (osteosarcoma). I risultati di laboratorio raggiunti con l’Osteolectina sono comparabili all’aumento che si ottiene con la terapia con PTH.
I ricercatori stanno al momento indagando su quale interruttore molecolare (recettore) ‘incide’ l’Osteolectina per capire il suo meccanismo d’azione e sviluppare nuove terapie ad hoc contro l’osteoporosi.
La diagnosi dell’Osteoporosi
L’osteoporosi, con le sue complicanze, rappresenta uno dei maggiori problemi di salute degli anziani perché può ridurre la qualità della vita e, nelle fasi più avanzate, può accorciarne la durata. È una malattia spesso senza sintomi fino alla prima frattura, per questo la valutazione delle variazioni della massa ossea può essere utile per monitorare l’efficacia di alcune terapie o per individuare soggetti che stanno perdendo osso a una velocità eccessiva.
La Densitometria ossea con tecnica di assorbimento a raggi X (MOC DEXA) è da considerarsi l’approccio di elezione nella valutazione della massa ossea. Tuttavia i valori densitometrici vanno correlati con altri dati clinici e con fattori di rischio. La Densitometria è generalmente ritenuta utile nelle donne oltre i 65 anni. Negli uomini e nelle donne di età inferiore l’indagine può essere di utilità solo in presenza di determinati fattori di rischio o condizioni come: menopausa precoce (< 45 anni), magrezza (<57 kg), tabagismo, uso di farmaci osteopenizzanti, condizioni morbose potenzialmente in grado di provocare osteoporosi. L’indagine può essere ripetuta non prima di 18-24 mesi dalla precedente.
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