La plastica può far male alla salute?

Oggi si festeggia la Giornata mondiale dell’ambiente. Il tema di quest’anno è “Lotta alla plastica monouso“, un’occasione importante per riflettere sulle conseguenze sulla salute dell’utilizzo della plastica ad uso alimentare. Tra le sostanze presenti nei recipienti per uso alimentare c’è anche il Bisfenolo A, una sostanza chimica molto utilizzata in tutti i paesi industrializzati.

Il Bisfenolo A nella plastica per alimenti

Il Bisfenolo A (BPA) è prodotto sin dagli anni ’60 dello scorso secolo ed è impiegato nella produzione della plastica in policarbonato (molto diffusa per le proprietà di trasparenza, resistenza termica e meccanica), utilizzata nei recipienti per uso alimentare, e nelle resine epossidiche che compongono il rivestimento protettivo interno presente nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande. Gli usi in campo non alimentare vanno dalla carta termica degli scontrini ai dispositivi odontoiatrici.

Il BPA può alterare lo sviluppo dei sistemi riproduttivo, nervoso e immunitario

Il BPA è considerato un interferente endocrino, vale a dire una sostanza in grado di danneggiare la salute alterando l’equilibrio endocrino, soprattutto nella fase dello sviluppo all’interno dell’utero e nella prima infanzia.

Gli studi sperimentali, ed anche un numero crescente di studi epidemiologici (vale a dire sull’incidenza di determinate malattie nella popolazione umana), indicano che il BPA è in grado di “mimare” l’azione degli estrogeni, gli ormoni femminili che hanno una vasta influenza sulla funzione riproduttiva, ma anche su altre funzioni dell’organismo.

I rischi della plastica per la salute

Nell’adulto la tossicità del BPA nella plastica per uso alimentare sembra modesta. Tuttavia, il feto e il neonato, a causa delle loro ridotte dimensioni e minori capacità di metabolizzare, potrebbero risultare molto più vulnerabili. L’aumento del rischio di obesità e di tumore mammario sono effetti particolarmente preoccupanti identificati recentemente dalla ricerca sperimentale.

Il controllo sulla plastica in Italia

In Italia il progetto PREVIENI sul biomonitoraggio degli interferenti endocrini, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ha dimostrato l’esposizione diffusa nella popolazione. A causa dei numerosi usi della sostanza, in campo alimentare e non, la popolazione è esposta al Bisfenolo A. In particolare il BPA può passare in piccole quantità dai recipienti di plastica che lo contengono ai cibi e alle bevande, soprattutto se i materiali non sono perfettamente integri e sono utilizzati ad alte temperature.

I risultati degli studi sul BPA sono contraddittori

L’agenzia europea per le sostanze chimiche (European Chemicals Agency, ECHA) ha considerato che le evidenze sono complessivamente sufficienti per considerare il BPA in grado di danneggiare la funzione riproduttiva e agire come un interferente endocrino. Come altri interferenti endocrini, il BPA è stato oggetto di misure restrittive da parte del legislatore europeo. Tali sostanze sono destinate a limitazioni d’uso e, ovunque possibile, alla sostituzione con sostanze meno nocive.

Fonte: issalute.it

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