Obesità: è diversa per le donne e per gli uomini?

Nel 1950 Jean Vague introdusse la distinzione tra obesità androide e ginoide, osservando che alla prima si associava un maggior rischio di ipercolesterolemia, iperuricemia, ipertensione e ridotta tolleranza ai carboidrati. Oltre che dal punto di vista quantitativo, l’eccesso di massa grassa va dunque indagato anche sotto l’aspetto qualitativo.

Obesità androide e obesità ginoide

Già in condizioni fisiologiche, maschio e femmina si distinguono per una diversa distribuzione della massa adiposa. Le forme corporee sono infatti legate al rapporto tra ormoni sessuali maschili (androgeni) e femminili (estrogeni). Tale fenomeno diventa evidente nel periodo postmenopausale, nel quale, a causa del calo dei livelli estrogenici, si assiste a una redistribuzione del grasso corporeo.

In condizioni patologiche tali differenze possono esacerbarsi, dando luogo ai due principali tipi di obesità

L’obesità androide (detta anche centrale, viscerale, tronculare o “a mela”) è tipicamente maschile e si associa ad una maggiore distribuzione di tessuto adiposo nella regione addominale, toracica, dorsale e cerviconucale. Presenta, inoltre, un’elevata deposizione di adipe in sede intraviscerale (addominale o interna).

L’obesità ginoide (detta anche periferica, sottocutanea o “a pera”) è tipicamente femminile e si caratterizza per una distribuzione delle masse adipose nella metà inferiore dell’addome, nelle regioni glutee e in quelle femorali. Il grasso è presente soprattutto nel compartimento sottocutaneo, con conseguente elevato rapporto tra grasso superficiale e profondo.

L’obesità più pericolosa, per quanto riguarda le complicanze cardiovascolari e metaboliche, è quella androide, sia che si instauri nell’uomo sia che compaia nella donna.

Androide o ginoide?

Per valutare il tipo di eccesso di massa grassa che si sta osservando, e il rischio correlato, è possibile misurare la circonferenza della vita nel suo punto più stretto (uomo > 101,6 cm; donna > 88,9 cm).

Un dato più obiettivo si ottiene calcolando il rapporto tra la circonferenza misurata a livello della vita e dei fianchi. Tale rapporto, chiamato WHR
(dall’ingelese Waist to Hip Ratio)
, fa affidamento ai seguenti valori:

  • si parla di obesità androide quando il rapporto WHR è maggiore di 0,85;
  • si parla di obesità ginoide quando il rapporto WHR è inferiore a 0,79.

Il problema dell’obesità androide

La disposizione dell’adipe di tipo androide è frequentemente associata a diabete di tipo II, dislipidemia, patologie cardiovascolari e iperuricemia. Tutte queste condizioni vengono sovente raggruppate nel termine “sindrome plurimetabolica” e rappresentano un grave rischio per la salute del paziente.
Gli adipociti omentali o viscerali risultano maggiori nell’obesità androide; in quella ginoide prevalgono invece gli accumuli adiposi sottocutanei. Indagini sperimentali hanno dimostrato che le cellule grasse viscerali sono più sensibili all’attività lipolitica (dimagrante) di alcuni ormoni. Chi presenta una concentrazione androide del grasso può dimagrire più in fretta, ma è più a rischio, poiché un’immissione troppo elevata di acidi grassi nel sangue determina conseguenze negative per l’intero organismo. Quando le molecole adipose provenienti dal metabolismo del grasso viscerale raggiungono il fegato, lo “inondano” e ne alterano il funzionamento. La modificazione del metabolismo epatico provoca alterazioni di molti valori ematici e facilita l’insorgenza di diabete e malattie cardiovascolari.

All’origine dell’obesità androide vi sono diversi fattori costituzionali (genetici, ormonali) e ambientali (abuso di alcol). La ricerca ha evidenziato che anche nelle persone normopeso e sovrappeso possono esserci importanti accumuli di grasso intorno agli organi interni, con il conseguente rischio per tutte le patologie tradizionalmente associate all’obesità androide.

Il grasso viscerale può essere perso con l’esercizio fisico

L’attività fisica si è dimostrata tra le strategie più efficaci per favorire la ridistribuzione del grasso corporeo e la perdita di quello localizzato in sede intra-addominale. Il grasso sottocutaneo più abbondante nell’obesità ginoide, al contrario, oppone maggiore resistenza agli effetti lipolitici delle terapie dimagranti (farmacologiche, dietetiche, comportamentali, sportive ecc.).

Fonte: my-personaltrainer.it

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