Tumore della prostata: un nuovo test per scoprire il rischio

Un test genetico che usa la saliva per prevedere quali uomini sono a più alto rischio di cancro alla prostata potrebbe essere pronto per l’uso in Gran Bretagna entro due anni. Il test permetterebbe ai medici di identificare l’1% della popolazione maschile che ha il maggior rischio di sviluppare un tumore di questo tipo.

La sperimentazione in Gran Bretagna

Ricercatori dell’Institute of Cancer Research (Icr) di Londra, dopo uno studio su 140 mila uomini in 52 paesi, hanno scoperto 63 nuove variazioni del Dna che aumentano il rischio di cancro alla prostata. Per creare il test le hanno combinate con 100 variazioni già collegate in precedenza a questo genere di tumore. L’1% che ha ereditato geneticamente la maggior parte delle variazioni ha un rischio di sviluppare la malattia sei volte superiore a quello della popolazione generale.

Rintraccia il Dna mutato che può predisporre al cancro alla prostata

La scoperta, descritta dagli scienziati dell’Icr in un articolo sulla rivista Nature Genetics, ha un duplice valore, secondo gli esperti. “Sapere chi sono gli uomini con più probabilità di sviluppare il cancro alla prostata significa che cambiamenti nello stile di vita possono essere meglio indirizzati”, osserva Paul Workman, presidente dell’Istituto. E Ros Eeles, uno degli autori della ricerca, osserva che un approccio simile potrebbe “evitare test non necessari e in ultima analisi fare risparmiare soldi” alla sanità pubblica.

Potrebbe essere pronto in due anni

Il test sarà ora sperimentato su 300 uomini e, se questo darà risultati incoraggianti, su un campione assai più ampio l’anno prossimo. In futuro potrebbe rimpiazzare l’esame del Psa, che misura i livelli di una proteina collegata al cancro alla prostata. Al momento, però, la diagnosi precoce per il tumore alla prostata continua a basarsi sulle analisi di PSA e urine, sull’ecografia e sulla visita urologica. Per questo motivo, Emicenter sostiene gli uomini con programmi di prevenzione completi a tariffa agevolata.

Fonte: repubblica.it

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