La tomografia a emissione computerizzata (TC o Tac) consiste nel sottoporre il paziente a una serie di fasci di raggi X provenienti da diverse direzioni che consentono una scansione precisa e a strati dell’organo da studiare, in modo da poterlo poi ricostruire anche nella sua tridimensionalità. La TC cardiaca può essere eseguita iniettando un mezzo di contrasto in vena che aiuta ad avere immagini molto dettagliate. Con le TC spirale e multistrato i tempi di acquisizione delle immagini (e quindi di esposizione ai raggi) si sono progressivamente ridotti.
Che cosa può vedere
Può ricostruire con precisione l’anatomia (anche tridimensionale) di atri e ventricoli e la distribuzione di vasi cardiaci e polmonari. Riesce a individuare in dettaglio eventuali restringimenti delle coronarie, placche aterosclerotiche o anche aneurismi; utile anche per valutare se gli stent applicati con un’angioplastica siano in sede e il sangue vi scorra senza problemi. La TC senza mezzo di contrasto, che espone di meno a radiazioni, può essere usata per misurare il “calcium score”, la presenza di calcio nel cuore, indicativa di aterosclerosi.
Quando e per chi
Si può fare se l’elettrocardiogramma e l’ecocolordoppler non hanno dato risultati certi e non c’è perciò l’indicazione sicura a passare direttamente a un esame invasivo e di intervento come la coronarografia. Non deve essere usata come screening neppure nei soggetti sintomatici, ma come esame di secondo o terzo livello. Se il risultato è negativo, si può essere certi che le coronarie sono “pulite”; se invece è positivo, cioé individua la presenza di placche, la capacità di prevedere se queste possano dare problemi è del 75-80%. La TC “semplificata”, senza mezzo di contrasto e quindi meno costosa e con esposizione ridotta a radiazioni, può essere impiegata per una valutazione dell’aterosclerosi in pazienti senza sintomi specifici.
I limiti della TC
La quantità di radiazioni è diminuita negli anni e oggi, con le più nuove TC multistrato, si limita al corrispettivo di qualche radiografia toracica; tuttavia l’esposizione ai raggi è un limite da considerare, per esempio nelle donne in età fertile. È un test generalmente più costoso degli altri, benché veloce. La TC inoltre non consente ancora uno studio di perfusione accurato, ovvero non permette di capire con assoluta certezza se una placca evidenziata col test provochi realmente una riduzione del flusso di sangue a valle tale da poter causare futuri infarti.
Fonte: corriere.it
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