La radioterapia nella lotta al cancro

Sebbene a 6 pazienti oncologici su 10 venga proposto un trattamento radioterapico, si parla poco di questa strategia contro i tumori e non poche persone credono che sia poco «innovativa» e, dunque, meno efficace di altre cure. La radioterapia può essere: curativa (e quindi risolutiva), palliativa (può cioè alleviare i sintomi, in particolare il dolore per le metastasi ossee), oppure può collaborare al processo di cura ed essere effettuata prima o dopo un’operazione, eventualmente in associazione alla chemioterapia.

I macchinari per la radioterapia

I trattamenti radioterapici vengono somministrati con vari macchinari (acceleratori lineari, apparecchiature per tomoterapia, cyberknife, gammaknife, eccetera): l’oncologo radioterapista sceglie l’area da trattare, la dose di radiazioni e il numero di sedute necessarie in base al singolo caso. Sistemi e macchinari (oggi molto sofisticati) sono eterogenei, ma gli obiettivi sono gli stessi: distruggere il tumore oppure le singole metastasi; ridurre la neoplasia; tenerla sotto controllo; «bonificare» una zona in cui è già intervenuto il chirurgo, eliminando le eventuali cellule cancerose presenti, ma invisibili. Grazie alla radioterapia altamente precisa di cui si dispone oggi, è possibile incrementare le dosi di radiazioni letali per il tumore senza colpire i tessuti sani.

Nel caso di alcuni tumori, come il carcinoma del colon-retto, la radioterapia prima dell’intervento (eventualmente abbinata alla chemioterapia) è considerata da tutte le linee guida nazionali e internazionali il «gold standard», ovvero il migliore trattamento possibile per ottenere una riduzione della neoplasia prima che il chirurgo proceda con un intervento di esportazione.

Più precisa e meno tossica

La moderna radioterapia, essendo molto più precisa e meno tossica rispetto a quella «vecchia», fa sì che gli effetti collaterali interessino soltanto i tessuti irradiati. Per fare qualche esempio: i capelli cadono solo se si irradia l’encefalo, mentre una difficoltà di deglutizione (accompagnata da sensazione di bruciore) si può avere se si irradia il torace. Inoltre, è bene ricordare che il paziente non diventa «radioattivo» dopo il trattamento e può stare a contatto di familiari e amici senza restrizioni.

Orizzonti nuovi per la radioterapia

In tutto il mondo si sta lavorando per abbinare le radiazioni ai nuovi farmaci, sia alla cosiddetta target therapy (le moderne molecole a bersaglio molecolare) sia, e soprattutto, all’immunoterapia. Si è osservato infatti che, irradiando una metastasi con alte dosi di radiazioni si ottiene, in alcuni casi, anche una risposta da parte di un’altra metastasi, lontana dal punto di irradiazione. Il che potrebbe significare che la radioterapia sviluppa meccanismi biologici che attivano il nostro sistema immunitario e lo rendono più forte nell’attaccare il cancro. Altri studi hanno poi dimostrato che i malati con un massimo di cinque metastasi, in uno o più organi, vivono di più e meglio se si aggiungono alte dosi (ben tollerate) di radioterapia ai farmaci standard.

La radioterapia da Emicenter 

La radioterapia rimane un elemento imprescindibile nella lotta al cancro e il successo dei trattamenti è più che mai legato a un approccio multidisciplinare: serve il gioco di squadra di tutte le figure professionali coinvolte e una corretta informazione al paziente per garantirgli le cure migliori. Lo Studio di Radiologia Prof. Vincenzo Muto, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, è interamente dedicato ai trattamenti di radioterapia. La Struttura opera prevalentemente nel settore oncologico e garantisce le più evolute modalità terapeutiche grazie a specialisti altamente qualificati e ad apparecchiature di ultima generazione. L’esecuzione di ciascun trattamento convenzionale e conformazionale viene pianificata sulla base di protocolli internazionali e linee guida interne, con l’obiettivo di mettere sempre a disposizione dei pazienti la migliore terapia possibile.

Fonte: corriere.it

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