Obesità infantile e rischio diabete

Quello dell’ obesità infantile è un problema ancora molto sottovalutato. Più di un genitore su due non fa infatti caso al sovrappeso dei figli. Nonostante i numerosi tentativi di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema, è abitudine diffusa non considerare in modo adeguato l’ obesità infantile. I pediatri dovrebbero stare accanto alle famiglie e far capire loro quanto l’obesità possa nuocere alla salute.

Un problema da non sottovalutare

Per molti genitori l’illusione è che con l’età il problema si sistemi. Purtroppo questa superficialità porta a intervenire tardivamente, quando è più difficile ottenere dei risultati clinici significativi e magari sono già presenti alcune complicanze dell’obesità. Uno dei fattori che contribuisce a ritardare il riconoscimento di un eccesso di peso è dire: vedo il bambino e “mi sembra” con un peso assolutamente normale. Ma il criterio di “normalità” può variare da genitore a genitore. Per non sbagliare è indispensabile che sia il pediatra a misurare peso e altezza del bambino.

I rischi per chi pesa troppo

I rischi principali in caso di sovrappeso infantile sono quello di rimanere obesi anche in età adulta e quindi di avere delle complicanze metaboliche associate all’obesità come, ad esempio, glicemia elevata, pressione arteriosa elevata, fegato grasso; ma anche di avere difficoltà di carattere psicosociale. Ci sono casi di emarginazione, episodi di bullismo, depressione, scarsa autostima, disturbi del comportamento alimentare. Infine fra i rischi c’è un’aspettativa di vita inferiore ai normopeso.

Il rischio diabete

E sempre di più si incomincia a parlare anche di diabete. Nei Paesi in cui l’ obesità infantile è più diffusa, stanno aumentando molto velocemente le diagnosi di diabete tipo 2, fino a pochi anni fa praticamente sconosciuto sotto i 18 anni. Un adolescente obeso ha un rischio 4 volte superiore del normopeso di sviluppare un diabete tipo 2 nel corso della vita. È quindi prevedibile che anche in Italia il diabete tipo 2 riduca l’età di esordio sino a comparire anche nei più giovani.

Obesità infantile in Italia e in Europa

Anche in Italia, patria della dieta mediterranea, due bambini su 10 sono in sovrappeso e uno su 10 è obeso, con una maggiore prevalenza nel centro sud. L’ obesità infantile è un fenomeno non solo dilagante ma anche persistente: circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto. Negli ultimi 40 anni nel mondo i bambini e adolescenti obesi sono aumentati di dieci volte: se nel 1975 erano 5 milioni le ragazze con questo problema nel 2016 sono diventate 50 milioni, mentre i maschi obesi erano 6 milioni nel ’75 e nel 2016 sono diventati 74 milioni.

La questione riguarda anche gli altri paesi europei. In Europa, il 19-49% dei ragazzi e il 18-43% delle ragazze sono sovrappeso o obesi. E solo pochi fra loro ricevono un trattamento adeguato. Fra l’altro, ricordano i ricercatori, diversi studi hanno dimostrato che la percezione del peso corporeo è associata a comportamenti “corretti” per superare il problema, a un’alimentazione sana e a un corretto stile di vita.

Le fasce d’età più a rischio

Sono tre le fasi della vita a maggiore rischio che i genitori dovrebbero tenere d’occhio: la gravidanza, i primi due anni di vita e la pubertà. Durante la gravidanza il feto acquista progressivamente maturità anatomica e funzionale delle strutture di regolazione metabolica e del peso corporeo nel rispetto del corredo genetico individuale e della situazione ambientale in cui si trova. Il ruolo dell’ambiente metabolico materno-fetale è determinante perché i geni si esprimano o meno, contribuendo così a modulare il funzionamento delle strutture di regolazione nel lungo periodo. Questa sorta di “imprinting” continua anche nei primi due anni di vita. Di qui l’importanza determinante di un adeguato intervento di prevenzione. Fondamentale l’alimentazione al seno o, in caso di sua impossibilità, l’uso di latti adattati evitando il latte vaccino sino ai 12 mesi compiuti. Importante anche procedere con uno svezzamento equilibrato secondo le raccomandazioni nutrizionali del pediatra.

Nel piatto dell’adolescente

Va inoltre fatta attenzione alla pubertà, un’epoca di rapide e importanti trasformazioni fisiche e psicologiche che comportano spesso cambiamenti repentini e profondi di stile di vita e delle abitudini nutrizionali. Il frequente abbandono dello sport e comunque la riduzione dell’attività fisica sono un co-fattore di rischio rilevante nel favorire, accanto ad abitudini nutrizionali scorrette, l’accumulo di peso in eccesso o l’adozione diete inidonee auto-prescritte.

I consigli per aiutare genitori e bambini

I consigli per tutelare la salute dei ragazzi sono quelli che puntano a corretti stili di vita. E in questo caso sono utili le indicazioni del pediatra. È importante intervenire al più presto quando si riscontra il sovrappeso e non banalizzare il trattamento dell’ obesità infantile: non si tratta di dare una semplice “dieta” ma di intervenire sul complesso delle abitudini nutrizionali e motorie del bambino e dell’adolescente: questo non è facile e ci vuole tempo. I risultati ci saranno ma è necessario avere costanza.

Fonte: repubblica.it

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