Prevenzione e ricerca sui tumori femminili sono le due chiavi per un “futuro in rosa”. In Italia l’incidenza dei tumori femminili è in aumento: solo nel 2016 sono stati registrati 50.000 nuovi casi di cancro della mammella, con un aumento significativo dell’incidenza tra i 45 e i 49 anni.
In Italia c’e’ alta sopravvivenza
Grazie alla prevenzione, però, la sopravvivenza delle pazienti è mediamente più elevata rispetto al resto d’Europa. Nel tumore al seno la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi si avvicina al 90%, e al 68% per il tumore alla cervice uterina, percentuali ancora più elevate quando la malattia viene diagnosticata precocemente. Il nostro Paese è in testa alla classifica europea sulla sopravvivenza per quasi tutti i tipi di cancro. Se n’è parlato in Senato alla tavola rotonda “Futuro in Rosa”: “I tumori femminili saranno sempre più curabili. Bisogna mettere le strutture sanitarie in grado di recepire e attuare i grandi progressi fatti dalla ricerca” ha dichiarato il Senatore Lucio Malan.
Le strutture specializzate per i tumori femminili
Alcuni studi scientifici – è stato evidenziato- dimostrano anche che se ci si affida a strutture specializzate come le Breast
Unit, la percentuale di sopravvivenza è più alta del 18% rispetto a strutture non specializzate. “Curarsi in un centro in cui alcune opportunità di cura non ci sono penalizza le donne, dando loro il 20% in meno di possibilità di guarigione” spiega il professor Riccardo Masetti, direttore del centro integrato di senologia dell’Universita’ Cattolica Fondazione Policlinico Gemelli e presidente di Komen Italia. Komen Italia promuove anche la Race for the cure, una maratona dedicata al tumore al seno, che come spiega ancora Masetti “ha contribuito a cambiare la cultura in campo oncologico, rompendo il silenzio e creando condivisione”.
Prevenzione e uno stile di vita sano
Se la prognosi è migliorata, ancora oggi troppi fattori di rischio non vengono sufficientemente considerati: cattiva alimentazione, fumo, mancanza di attività fisica. A ciò va aggiunta la paura che può essere affrontata con delle campagne. “Ci deve essere sinergia tra cura e prevenzione, vogliamo offrire risposte ai bisogni non ancora soddisfatti dei pazienti, per quanto riguarda le terapie farmacologiche e il miglioramento della loro qualità di vita ” ha concluso Massimo Grandi Presidente e Amministratore Delegato di Daiichi Sankyo Italia, l’azienda farmaceutica giapponese che
ogni anno investe circa il 23% del fatturato globale in ricerca e sviluppo. L’ambizione dell’azienda è lanciare un farmaco oncologico all’anno.
Fonte: ansa.it
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