Sindrome di Down: “Non lasciamo indietro nessuno”

Il 21 marzo ricorre l’equinozio di primavera, ma questa data accoglie anche la Giornata Internazionale delle Persone con Sindrome di Down, stabilita ufficialmente dalle Nazioni Unite dal 2012 e da allora celebrata in tutto il mondo per ricordare, sollineare, festeggiare la rinascita più importante: quella della consapevolezza delle infinite potenzialità di chi nasce con un cromosoma in più. In Italia si stima che vivano fra le 35mila e le 40mila persone con Sindrome di Down, ma siamo ancora lontani dagli obiettivi di pieno rispetto dei diritti e uguale accesso alle opportunità per tutti.

L’importanza del 21 marzo

La data non è stata scelta a caso: 21 è infatti il numero della coppia cromosomica che caratterizza la sindrome e 3 (marzo, terzo mese dell’anno) rappresenta appunto quel cromosoma in più. Il 21 marzo in tutto il mondo le comunità si riuniscono per sensibilizzare l’opinione pubblica su cosa sia la Sindrome di Down, cosa significhi averla e come e quanto le persone che vivono questa situazione svolgano un ruolo fondamentale nella nostra vita e nelle nostre comunità.

“Leave no one behind”

Il tema scelto quest’anno è “Leave no one behind”, ossia “Non lasciare indietro nessuno”, scelto per evidenziare il diritto di tutte le persone con Sindrome di Down ad avere l’opportunità di vivere una vita soddisfacente, inclusa in modo pieno ed equo con gli altri, in tutti gli aspetti della società.

Un problema di comprensione

L’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile – un piano d’azione globale per le persone, il pianeta e la prosperità – promette che “nessuno sarà lasciato indietro”, ma la realtà odierna è che gli atteggiamenti negativi prevalenti, le basse aspettative, la discriminazione e l’esclusione, assicurano purtroppo il contrario e questo perché c’è ancora una profonda mancanza di comprensione delle sfide che gli individui affetti da sindromi come questa devono affrontare ogni giorno, unita all’incapacità di sostenerli con le opportunità e gli strumenti necessari per vivere una vita soddisfacente.

L’autorappresentanza, piccola rivoluzione

Le persone con Sindrome di Down rappresentano una risorsa importante per la comunità e sono loro stesse ad affermarlo autonomamente e a gran voce attraverso quello che ormai è un movimento trasversale internazionale, ossia l’autorappresentanza, la self advocacy. Diventa quindi fondamentale spiegare come gli atteggiamenti negativi e la mancanza di conoscenza di tale potenziale, si traducano nel lasciare indietro le persone con la Sindrome di Down, cosa che si verifica nella società, ma anche all’interno delle comunità locali. L’autorappresentanza è uno strumento fondamentale che le persone con disabilità intellettive stanno continuando a implementare giorno per giorno, non essendo più disposte a essere soggetti passivi di decisioni altrui che le riguardano direttamente e che influenzano la loro vita.

Pari opportunità per le persone con Sindrome di Down

Proprio perché consapevoli da sempre di questo, tutte le persone con Sindrome di Down e con disabilità intellettive devono avere le adeguate opportunità nell’ambito dello sviluppo personale permanente, delle relazioni personali, dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria, del lavoro e dei mezzi di sussistenza, delle attività ricreative, del tempo libero e della partecipazione alla vita pubblica, su base piena ed equa rispetto agli altri.

Fonte: repubblica.it

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