Per limitare gli effetti collaterali della chemio

Ne soffrono quasi tutti i malati di tumore, ma se ne parla poco. Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure anticancro, ma interessano circa il 96 per cento dei pazienti oncologici italiani. Soltanto un malato su cinque però (il 24 per cento) chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. La maggior parte (43 per cento) si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista, mentre un paziente su quattro preferisce rivolgersi a un conoscente o familiare. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore, i cui risultati sono stati presentati in un convegno sulla qualità di vita del paziente oncologico organizzato a Roma, presso l’Auditorium del Ministero della Salute, dalla Fondazione Insieme contro il Cancro.

«Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali – sostiene Elisabetta Iannelli, segretario della Fondazione Insieme contro il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il 30 per cento dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa dell’integrità della barriera intestinale e l’equilibrio della microflora durante le terapie. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi».
«Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione – sottolinea Giorgio Scagliotti, direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici».

Consigli pratici per migliorare la nutrizione durante le cure
Alcuni semplici accorgimenti utili possono aiutare a migliorare l’alimentazione durante le cure: mangiare poco e spesso facilita la digestione e può essere utile suddividere i pasti in 5-6 spuntini nell’arco della giornata, a distanza di 2 o 3 ore l’uno dall’altro, approfittando dei momenti di maggiore appetito. Anche bere poco durante i pasti aiuta a non sentirsi subito sazi. Lontano dai pasti è importante, tuttavia, bere circa 2 litri di acqua al giorno. Per chi ha perso un po’ di giusto, poi, usare erbe ed aromi rende più appetitose le pietanze. Se si hanno problemi di masticazione, usare il frullatore permette di inventare bevande energetiche di frutta e verdura. Se l’odore del cibo infastidisce, meglio consumare preferibilmente pietanze fredde o a temperatura ambiente. Anche non sostare a lungo in locali in cui si prepara cibo aiuta a non perdere l’appetito: gli odori della cucina possono infatti risultare sgradevoli. Una sua passeggiata prima del pasto, poi, aiuta ad aumentare l’appetito. Se non si riesce comunque ad avere una dieta con un adeguato apporto calorico è poi fondamentale rivolgersi al medico di famiglia o all’oncologo, per evitare di perdere troppo peso e indebolirsi.

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