La malaria è una malattia tropicale che ogni anno colpisce più di 200 milioni di persone. Febbre, mal di testa, tensione di muscoli della nuca, brividi e sudorazione, talvolta nausea, vomito e diarrea, sono i sintomi che possono essere presenti ma che possono anche alternarsi. In genere compaiono tra i 10 ei 15 giorni dopo la puntura. Nel 2015, secondo i dati OMS, ci sono stati 214 milioni di casi nel mondo, la maggior parte nell’Africa sub-sahariana. A questi numeri impressionanti si aggiunge un dato ancor più triste: l’80% dei decessi si verifica nei bambini al di sotto dei 5 anni. Dal 2016 sempre l’OMS ha dichiarato il nostro continente libero dalla malaria.
Come si trasmette la malattia?
A differenza di quanto si possa pensare non è la zanzara la causa della malattia. Essa è solo il vettore con cui la malattia si propaga. La malaria infatti è causata da quattro differenti tipologie di plasmodio, organismi unicellulari che si replicano all’interno dei globuli rossi dell’uomo. Ciò avviene quando la zanzara (del genere Anopheles), tramite una puntura, rilascia dalle sue ghiandole salivari il plasmodio che è così libero di entrare nel circolo sanguigno della persona punta dall’insetto. Allo stesso modo, sempre mediante puntura, il plasmodio può tornare nuovamente nella zanzara e andare a infettare un’altra persona punta successivamente.
Come si cura la malaria?
L’intervento precoce è la miglior arma per combattere la malattia. Allo stato attuale non esiste un vaccino e la strategia più utilizzata è la profilassi farmacologica, un trattamento che è possibile svolgere sia in chiave preventiva sia come terapia vera e propria. Uno dei primi farmaci in commercio è stato l’artemisina -molecola attiva contro il plasmodio-, un farmaco che ha realmente cambiato la storia della malattia. Purtroppo però sono sempre più frequenti i fenomeni di resistenza verso questo principio attivo a causa del suo uso indiscriminato.
Cosa fare per prevenirla?
Accanto alle terapie per prevenire la malaria è fondamentale la bonifica del terreno. Ma il metodo in assoluto più efficace per abbattere i casi è l’utilizzo delle zanzariere impregnate di insetticida. Strategie che, unite insieme, hanno contribuito dal 2000 a oggi di abbattere i casi di malaria del 75%.
Cosa può essere successo alla bambina di Trento?
Come può essere stata contagiata la bambina di Trento vittima della malattia? La piccola non è mai stata in zone dove la malaria è presente. Non solo, le poche specie appartenenti al genere della di zanzara Anopheles rilevabili nel nostro Paese non parrebbero in grado di trasmettere la malattia. Al momento i medici stanno vagliando tutte le ipotesi possibili. Un’ipotesi, assai remota, è il contatto diretto sangue-sangue con un campione biologico infetto. L’altra riguarda la possibilità che la bambina sia stata punta da una zanzara Anopheles arrivata in aereo da una zona dove la malaria è endemica. La terza -e sarebbe la più grave- potrebbe essere il ritorno nel nostro Paese della zanzara Anopheles.
Fonte: fondazioneveronesi.it
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