L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda alle neo-mamme di sottoporsi almeno a otto visite di controllo e a un’ecografia durante la gravidanza per ridurre i decessi perinatali. In Italia sono rimborsate due ecografie e lo screening nel primo trimestre. I dati sulla mortalità materna e neonatale descrivono come in termini di assistenza sanitaria – prima, durante e dopo il parto – ci sia ancora parecchia strada da percorrere. Le linee guida e le raccomandazioni sulle cure prenatali hanno infatti l’obiettivo di ridurre il numero complessivo dei decessi e far sì che la gravidanza possa essere vissuta soltanto come un momento fisiologico della vita.
Ogni mese dal ginecologo
Le evidenze scientifiche vedono di buon occhio una maggiore frequenza dei contatti tra una donna in dolce attesa e il proprio ginecologo. Diverse ricerche hanno infatti evidenziato come, così facendo, si riduce la probabilità di vedere morire il proprio neonato nei primi giorni di vita. Da qui la decisione di portare da quattro a otto il numero di visite ginecologiche consigliate in gravidanza. Entro la ventiquattresima settimana va invece effettuata l’ecografia morfologica, al fine di valutare la presenza di uno o più feti, di eventuali anomalie e per stabilire la data di inizio della gestazione. Tutte le donne dovrebbero inoltre valutare l’opportunità di effettuare un richiamo della vaccinazione antitetanica. Oltre che attraverso il rispetto di adeguati standard igienici durante il parto, la protezione si raggiunge somministrando due dosi di tossoide entro le due settimane dal termine della gestazione.
L’offerta per le donne italiane
In Italia alle donne in gravidanza è proposto a titolo gratuito lo screening durante il primo trimestre, consistente in un prelievo di sangue materno (esami ematochimici e infettivologici) e in un’ecografia per valutare la translucenza nucale del feto. Sono a costo zero anche le prime due ecografie, mentre la terza viene offerta soltanto in caso di pericolo per la mamma o per il feto. Nelle donne a rischio e con più di 35 anni, l’offerta prevede anche alcuni esami invasivi come la villocentesi o l’amniocentesi.
I test più sicuri
La diagnosi prenatale delle anomalie cromosomiche normalmente prevede procedure invasive e non invasive. I test diagnostici come l’amniocentesi o la villocentesi (CVS), pur essendo precisi per la diagnosi di trisomie fetali, sono invasivi e presentano un rischio di abortività, necessitano di opportuna terapia antibiotica e prevedono un minimo rischio per la salute della madre. Nel nostro centro potrai provare il nuovo test PrenatalSAFE®, un’alternativa sicura per permettere a tutte mamme di vivere più serenamente la loro gravidanza. È un esame non invasivo che richiede un semplice prelievo ematico della gestante e ha un’attendibilità superiore al 99% nel rilevare le principali anomalie cromosomiche fetali.
A tavola in gravidanza
Nel corso della gravidanza sono fondamentali anche la dieta e l’attività fisica. A un regime alimentare variegato ed equilibrato, gli esperti raccomandano di aggiungere giornalmente ferro e acido folico per via orale, al fine di prevenire l’anemia materna, la sepsi puerperale, il parto pretermine e il basso peso del neonato alla nascita. Sì allo zenzero nel primo trimestre per combattere le nausee, prudenza con il caffè e sono ribaditi i divieti nei confronti del fumo, dell’alcol e di tutte le droghe.
Fonte: fondazioneveronesi.it
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