Il declino mentale in vecchiaia può essere rallentato e il cervello non è destinato al decadimento così come si credeva. Per la prima volta, infatti, una ricerca ha dimostrato che anche gli anziani possono produrre nuovi neuroni, cosa che sembrava esclusa. La differenza sostanziale rispetto ai giovani è piuttosto la vascolarizzazione nel cervello. Le condizioni necessarie per mantenere i neuroni in attività sono uno stile di vita sano ed esercizi mentali.
Ogni giorno 700 nuovi neuroni nel cervello
Lo ha scoperto un team della Columbia University guidato dall’italiana Maura Boldrini che ha pubblicato la ricerca sulla rivista Cell Stem Cell. Lo studio ha esaminato il cervello di 28 persone. Osservando le sezioni dell’ippocampo associate alla memoria, ha dimostrato che il cervello conteneva migliaia di neuroni appena formati sia nei giovani che negli anziani. Il volume di questa struttura cerebrale equivaleva nelle varie età esaminate. Hanno così stimato che i neuroni sostituiti ogni giorno fossero circa 700, indipendentemente dall’età. «Sapere che questi neuroni ci sono e che possono ancora proliferare ci consente di capire di più su come funzioni l’invecchiamento sano», ha dichiarato Maura Boldrini.
Differenze nei vasi sanguigni: stare «in forma» aiuta
Le vere differenze tra il cervello di giovani e anziani sembra stiano nei vasi sanguigni, più rari in età avanzata quando è meno presente anche una minor quantità della proteina che regola la plasticità dell’ippocampo, chiamata Psa-Ncam. Di qui, l’ipotesi che questi due fattori siano responsabili della minore capacità di recupero della vecchiaia. In ogni caso c’è una condizione perché il processo di rigenerazione avanzi correttamente: uno stile di vita sano, un ambiente stimolante, interazioni sociali ed esercizio che mantengano la mente “in forma” attraverso l’apprendimento continuo. Sappiamo infatti che la neurogenesi è favorita da questi fattori importanti: cambiamenti che tutte le persone possono introdurre per mantenersi in buona salute (fisica e mentale) nella vecchiaia.
Fonte: corriere.it
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