I segreti dello sbadiglio

Tutti quanti lo abbiamo fatto almeno una volta “in faccia” a qualcuno che ci stava annoiando, oppure lo abbiamo fatto la mattina presto quando preferivamo rimanere ancora un po’ a letto piuttosto che andare a lavoro. Qualcuno lo fa in modo maleducato, senza mettersi la mano davanti alla bocca.
Insomma, è uno dei gesti più antichi compiuti dell’essere umano, mediamente 250 mila volte nell’arco di una vita: è lo sbadiglio.

Cos’è uno sbadiglio?
Uno sbadiglio è un atto spontaneo e involontario di profonda inalazione ed espirazione del respiro, è fisiologico e compiuto da ogni essere umano a prescindere da razza, sesso e ceto sociale. Molti animali sbadigliano, ad esempio pesci, cani, gatti, topi, serpenti o uccelli.
È dimostrato che già a 11 settimane di gestazione i feti manifestano contrazioni della bocca accompagnate da un abbassamento della lingua. Spesso è accompagnato da vari gesti di “stiracchiamento” che in gergo medico sono definiti “pandiculazione”.

Meccanica dello sbadiglio
Bastano circa sei secondi per fare uno sbadiglio, è un’azione ripetuta in media quasi 10 volte al giorno, per un totale di quasi 250mila volte nella vita.
Lo sbadiglio si compone di due fasi:
1) inspirazione: si apre la bocca, si alza la glottide, si contraggono i muscoli costali allo scopo di favorire il passaggio dell’aria;
2) espirazione: l’aria viene espulsa lentamente e si assiste al progressivo ritorno alla posizione iniziale.

Perché si sbadiglia?
Le cause degli sbadigli non sono ancora state del tutto chiarite, anche se ci sono varie ipotesi a riguardo, molte legate all’aumento della disponibilità di ossigeno legato allo sbadiglio.
1) Stress: quando siamo sottoposti a stress, il nostro corpo ha bisogno di più ossigeno e l’ottiene facilmente con uno o più sbadigli;
2) noia: non ancora del tutto chiarito il legame tra noia e sbadigli, tuttavia è un legame forte come l’esperienza di tutti noi può confermare;
3) fame e digestione: durante la digestione il corpo ha bisogno di più ossigeno, ottenuto con uno o più sbadigli. Non ancora del tutto chiarito invece il legame tra fame e sbadiglio;
4) sonnolenza (mattina presto e tarda sera): anche in questo caso il corpo reclama più ossigeno, la mattina presto dopo la minore ossigenazione durante la notte, oppure al termine di una giornata stancante quando le energie cominciano a latitare;
5) empatia: a volte sbadigliamo senza alcun apparente motivo, solo perché una persona che ci sta accanto ha sbadigliato;
6) attrazione sessuale: sembra incredibile eppure sempre più tesi vanno verso un legame tra sbadiglio ed attrazione sessuale. La correlazione tra sesso e sbadiglio, messa in primo piano da un gruppo di studiosi nel 2012, è documentata già in antichi testi indiani, che paragonano lo sbadiglio a un piccolo orgasmo. Forse lo sbadiglio permette una maggiore ossigenazione dei tessuti in vista di un rapporto sessuale;
7) farmaci: alcuni farmaci, come quelli per curare Parkinson, ansia, depressione, possono provocare una media giornaliera di sbadigli più alta.

«Siamo in grado di mandare un uomo sulla luna, ma non riusciamo a spiegare il più banale degli atti: lo sbadiglio».
Wolter Seuntjens, pioniere della chasmology (la scienza che studia gli sbadigli)

Sbadiglio solidale
Tutti lo sanno: sbadigliare è contagioso. E’ più probabile che una persona sbadigli dopo aver visto lo sbadiglio emesso da un’altra persona; questo statisticamente avviene più la mattina presto e la sera. Un recente studio ha fornito la prima evidenza comportamentale che il contagio dello sbadiglio è associato al legame empatico tra le persone. Lo studio ha dimostrato che il contagio segue lo stesso gradiente dell’empatia: è massimo e rapidissimo a manifestarsi nei parenti stretti, decresce negli amici, poi nei conoscenti e raggiunge il minimo negli sconosciuti.
Vari studi di tipo clinico, psicologico e neurobiologico suggeriscono e supportano il legame tra contagio dello sbadiglio e empatia. Ad esempio, il contagio inizia a manifestarsi a 4-5 anni di età, quando i bambini sviluppano la capacità di identificare, in modo corretto, le emozioni altrui. Inoltre, il contagio è ridotto o assente in soggetti che presentano disturbi legati all’empatia, come gli autistici ed è positivamente legato ai punteggi soggettivi di empatia basati su test di tipo psicologico. Infine, le aree del cervello legate alla sfera emotiva si sovrappongono, in parte, con quelle coinvolte nella risposta allo sbadiglio, con un possibile coinvolgimento dei neuroni specchio.

Curiosità: più si è anziani e meno si sbadiglia per empatia.

Sbadigli contagiosi tra uomo e cani
Il contagio dello sbadiglio, con possibili implicazioni empatiche, è stato finora dimostrato negli scimpanzé e nei babbuini gelada. La presenza di contagio tra uomo e cane domestico, considerato capace di un legame empatico con gli umani, è stata ipotizzata, ma i risultati sono controversi.

Perché ci si stiracchia durante uno sbadiglio?
L’atto di “stiracchiamento” viene chiamato più correttamente “pandiculazione” ed è un insieme di contrazioni muscolari sinergiche in parte volontarie ed in parte involontarie che di solito (ma non sempre) accompagnano lo sbadiglio, e che portano a “sgranchirsi”.
La maggior parte delle volte la pandiculazione coinvolge la testa, la contrazione dei muscoli lombari e toracici (con un caratteristico movimento “petto in fuori”) e lo stiramento degli arti superiori, che vengono portati verso l’alto e stirati. Lo stiramento può anche localizzarsi agli arti inferiori, con allungamento dei piedi. Si pensa che il caratteristico movimento del busto che avviene mentre ci si sgranchisce permetta al torace di espandersi permettendo ai polmoni di accumulare più aria e determinando una maggiore dinamica nel sangue nelle estremità del corpo dopo che esse sono rimaste inattive, non a caso la pandiculazione accosta gli sbadigli mattutini dopo che per una notte le estremità sono rimaste non attive.

Fonte: medicinaonline

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