La solitudine dei globuli bianchi

Che si potesse morire di solitudine lo si era già ipotizzato da tempo, ma adesso a dare una spiegazione scientifica a questa teoria è lo studio intitolato “Myeloid differentiation architecture of leukocyte transcriptome dynamics in perceived social isolation” pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science. Secondo i ricercatori, responsabile della “malattia da solitudine” potrebbe essere una mutazione cellulare dei globuli bianchi che riduce, nelle persone, la capacità di combattere le infiammazioni virali.

La ricerca sui globuli bianchi

Lo studio, effettuato su 141 adulti, ha analizzato eventuali connessioni tra la solitudine e i pattern di espressione genetica nei leucociti, o globuli bianchi del sangue che hanno il compito di preservare il nostro organismo attraverso meccanismi di difesa utili a sconfiggere gli agenti patogeni che tentano di debilitarci.

Secondo i dati raccolti, le persone che soffrono di “solitudine cronica”, come ad esempio gli anziani, hanno una quantità maggiore di geni coinvolti nelle infiammazioni o nelle infezioni batteriche e una quantità minore di geni coinvolti nelle infiammazioni virali, rispetto alle altre persone. Questo tipo di relazione è stata battezzata dai ricercatori CTRA, conserved transcriptional response to adversity, risposta conservativa trascrizionale alle avversità.

Gli effetti a lungo termine

Ma non è tutto. Gli scienziati sono riusciti anche a prevedere le variazioni di CTRA nel corso del tempo. Sembrerebbe infatti che i leucociti e la solitudine abbiano una relazione reciproca che li porta a influenzarsi a vicenda con il trascorrere degli anni. Gli scienziati hanno scoperto inoltre che nei soggetti in cui la CTRA è elevata, è maggiore anche il livello di noradrenalina, un neurotrasmettitore, ormone dello stress, che produce monociti immaturi, globuli bianchi più grandi. Questi entrano in gioco in caso di stress e, affermano gli studiosi, spiegano il meccanismo della solitudine in cui aumenta la produzione di monociti immaturi e, di conseguenza, la risposta antivirale. In conclusione, i segnali di stress attivati nel cervello dalla solitudine influiscono sulla produzione di globuli bianchi e contribuiscono ad incrementare eventuali rischi per la salute.

Fonte: scienze.fanpage.it

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