CESM – Mammografia con mdc

In cosa consiste

La mammografia con mdc o CESM (Contrast Enhanced Spectral Mammography) costituisce uno degli esami più innovativi di diagnostica senologica e ad oggi in Italia sono ancora pochissimi i Centri che ne fanno impiego.

Questa tecnica consente di individuare lesioni di natura dubbia, anche molto piccole, e rappresenta un esame di secondo livello di elevata sensibilità; ciò significa che essa non fa parte degli esami utili alla prevenzione primaria, ma che il suo impiego può aiutare a riconoscere le lesioni tumorali in alcuni casi specifici.

In che cosa differisce questo esame dalla normale mammografia

Negli ultimi decenni la mammografia analogica è stata sostituita dalla mammografia digitale che ha permesso, con le sue immagini di alta qualità e la sua maggiore risoluzione di contrasto, di migliorare l’accuratezza diagnostica in popolazioni di screening e di sviluppare applicazioni come la tomosintesi e la mammografia con mezzo di contrasto o CESM (Contrast Enhanced Spectral Mammography).

In caso di lesioni maligne, la CESM garantisce un’elevata accuratezza diagnostica, comparabile a quella della RM e superiore alla mammografia convenzionale. Altri vantaggi sono rappresentati dal basso costo, dal confort per la paziente e dalla maggiore facilità di lettura.

Per concludere, la mammografia senza mezzo di contrasto consiste in un “semplice” studio radiologico della mammella, mentre l’uso del mezzo di contrasto, la cui presenza è evidenziata nelle aree dove si sviluppano le lesioni, consente di fare una diagnosi più precisa e approfondita.

Come funziona la mammografia con mezzo di contrasto

La mammografia con mezzo di contrasto fornisce informazioni aggiuntive rispetto alla semplice mammografia che possono migliorare la capacità di rilevare lesioni.

La CESM unisce i principi della mammografia alla somministrazione del mezzo di contrasto (mdc), che permette, come in risonanza magnetica (RM), una valutazione contrastografica della mammella evidenziando le zone che captano il mdc, tipica espressione di angiogenesi neoplastica.

Per angiogenesi neoplastica si intende la costituzione di una nuova rete vascolare formata dal tumore stesso, che lo nutre e ne permette la proliferazione. I noduli maligni, infatti, tendono a crescere e diventare più grandi in quanto alimentati dal flusso sanguigno.

Quando è indicata la mammografia con mezzo di contrasto

L’esame è indicato nello specifico:

  • Per differenziare una lesione tumorale da una benigna, in particolare nelle donne con tessuto mammario denso, condizione tipica delle più giovani;
  • Nelle situazioni in cui la Risonanza Magnetica risulti non eseguibile (ad esempio per claustrofobia);
  • Nelle pazienti già sottoposte a biopsia della lesione, se questa non ha avuto un risultato determinante;
  • Nelle pazienti che hanno già avuto una diagnosi di carcinoma e si trovano nella cosiddetta fase pre-operatoria, per valutare se la lesione è singola o multipla;
  • Per effettuare diagnosi differenziali in pazienti operate di cancro al seno.

La mammografia con MDC non è un esame di screening e non va utilizzata dalla donna sana per indagare, senza un motivo ben definito, la presenza di lesioni neoplastiche o preneoplastiche.

Perché la mammografia con mezzo di contrasto è così efficace

Il tumore della mammella è tipicamente caratterizzato da un’importante vascolarizzazione (neoangiogenesi); ciò significa che di solito la lesione tumorale è ricca di vasi sanguigni, e questa caratteristica la rende facilmente individuabile dagli esami radiologici che fanno uso di mezzo di contrasto.

Come si svolge la mammografia con mezzo di contrasto

La CESM è un esame molto semplice, simile in tutto e per tutto a una mammografia tradizionale.

Alla paziente viene iniettato un mezzo di contrasto per via endovenosa, solitamente nel braccio.

Dopo alcuni minuti viene eseguita una normale mammografia, che, grazie al mezzo di contrasto, riesce a “fotografare” in modo molto preciso l’architettura anatomica della mammella e quindi a riconoscere la presenza di eventuali lesioni.

Nello specifico, la tecnica utilizzata è quella della sottrazione spettrale, che consente di rimuovere dalle immagini le strutture sane e di evidenziare solamente le aree dove si concentra il mezzo di contrasto, che corrispondono di solito alla lesione.

Via Taverna Rossa, 169 – Edificio B

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