Dopo la scoperta del buco nell’ozono, si è venuto a sapere che insieme ai raggi “buoni” del sole, passavano anche i raggi nocivi e allora le creme solari hanno iniziato ad essere utilizzate da milioni di consumatori.
Ma siamo veramente sicuri che il sole faccia sempre male? Chiariamo alcuni punti che ci aiuteranno a concederci un’abbronzatura sicura, duratura ed uniforme.
Perché ci abbronziamo?
La pelle umana si abbronza poiché le cellule della cute incrementano il rilascio di melanina grazie all’esposizione ai raggi solari.
La melanina ha il compito di proteggere il derma da eventuali problemi provocati dai raggi del sole, scurendo la pelle. La quantità di melanina che si produce varia da persona a persona a seconda del tipo di pelle ed è determinata su base ereditaria.
Non è quindi vero che più si sta al sole e più ci si abbronza: la produzione di melanina ha un limite legato alla produzione fisiologica di ogni persona.
Non sempre però la melanina è sufficiente ad evitare l’insorgenza di eritemi o scottature.
I raggi UV sono pericolosi in quanto stimolano la produzione dei radicali liberi, al contempo però attivano il metabolismo, stimolano la produzione di melanina e promuovono la formazione della vitamina D, che a sua volta rende possibile fissare il Calcio nelle ossa.
Inoltre una recente scoperta ha verificato che a seguito di un’esposizione al sole prolungata e non protetta attraverso l’utilizzo di creme protettive, nelle cellule del derma si assiste a un mutamento di forma di un componente, che stimola la produzione di citochine* e l’innescarsi di un processo infiammatorio che ha come obiettivo l’eliminazione delle cellule danneggiate.
Abbronzarsi in sicurezza: quanto sappiamo delle creme solari?
Le creme e gli oli solari contengono due diversi tipi di filtri: fisici e chimici.
I filtri fisici agiscono in modo meccanico. In pratica riflettono e disperdono i raggi solari perché contengono sostanze opache (biossido di titanio, ossido di zinco) che funzionano da “specchio”, respingendo, senza distinzione, tutte le radiazioni.
I filtri chimici invece contengono molecole organiche complesse che assorbono l’energia della radiazione solare e la restituiscono in parte, sotto forma di calore.
È importante scegliere una crema solare adeguata al nostro fototipo.
Utilizzare una crema solare con fattore di protezione adatto non vuol dire non potersi abbronzare, è possibile optare per una crema abbronzante con filtri di protezione, meglio se ad ampio spettro così da consentire una protezione dai raggi UVA e UVB.
Inotre con l’avanzare dell’estate e l’incremento dell’abbronzatura potremo diminuire gradualmente il fattore di protezione, poiché la nostra pelle avrà avuto tempo e modo per sviluppare una “autoprotezione”.
Pochi semplici consigli per un’abbronzatura sicura
- Incrementare il consumo di frutta e verdura, specialmente contenente beta-carotene (carote, pomodori ecc.) e vitamina C (limoni, fragole ecc.) e bere molta acqua per garantirci un’idratazione costante.
- I primi giorni esporsi per pochi minuti e controllare come reagisce la pelle. Poi aumentare gradualmente.
- Evitare le ore centrali della giornata (dalle 11 alle 15), quando cioè il sole è più alto all’orizzonte, i raggi incontrano meno atmosfera e dunque sono più intensi.
- Applicare più volte al giorno creme con fattore di protezione adeguata, partendo da valori alti. La sera idratare la pelle con le creme doposole, anche se non si avvertono fastidi o scottature.
L’abbronzatura vien mangiando
È ormai opinione comune che consumare alimenti contenenti betacarotene stimoli ed intensifichi l’abbronzatura, ciò non è del tutto esatto.
Il betacarotene, giunto nell’intestino, viene convertito in parte in vitamina A, una sostanza fondamentale per la salute della pelle e degli occhi.
Assumere giuste dosi di betacarotene permette alla pelle di ridurre la sensibilità verso i raggi solari, diminuendo così il rischio di scottature specialmente per chi ha una carnagione molto chiara e sensibile ai raggi UV.
Inoltre il betacarotene ha un’azione antiossidante che protegge l’organismo dall’azione dei radicali liberi che si formano anche durante l’esposizione solare, i raggi solari infatti possono indurne la produzione e favorire l’invecchiamento della pelle, la quale si inaridisce e perde elasticità.
Per questi motivi assumere alimenti contenenti betacarotene (meglio se a partire da due/tre mesi prima dell’inizio dell’estate) ci consente di avere un “alleato naturale” per la nostra abbronzatura.
È bene ricordare però che il betacarotene si trasforma in vitamina A solo nel caso in cui l’organismo ne abbia effettivamente bisogno. Infatti, se in eccesso, si deposita sulla pelle che appare di un colore tendente al giallo.
Quindi ricapitolando
individuiamo il nostro fototipo, scegliamo una crema solare protettiva o abbronzanti con fattore di protezione adeguato e prepariamoci all’estate consumando già dalla primavera alimenti ricchi di betacarotene.
Consiglio: prendete il sole camminando o giocando. In questo modo le radiazioni solari si distribuiscono omogeneamente su tutto il corpo, il metabolismo resta attivo e la vostra abbronzatura risulterà uniforme.
*citochine: molecole proteiche prodotte da vari tipi di cellule e secrete nel mezzo circostante di solito in risposta ad uno stimolo in grado di modificare il comportamento di altre cellule.
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