Resistenza agli antibiotici: un decalogo per i genitori

In Italia le ospedalizzazioni per infezioni antibiotico-resistenti sono 78.570 e corrispondono al 36% delle infezioni ospedalizzate e al 2,3% delle ospedalizzazioni totali con un costo di circa 320 milioni di euro. A sottolinearlo è la Società Italiana di Pediatria (Sip), che aderisce alla Settimana mondiale per la consapevolezza sugli antibiotici promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dal 13 al 19 novembre 2017.

Mai senza l’indicazione del medico

“Gli antibiotici sono una risorsa preziosa e quindi, come ci ricorda l’OMS, è importante che vengano sempre assunti sotto la guida del medico – afferma il Presidente SIP Alberto Villani -. L’uso corretto e consapevole non solo assicura il miglior risultato, ma contribuisce a ridurre la resistenza“.

Un decalogo e un quiz

Proprio per favorirne l’uso corretto e responsabile in Pediatria, la SIP ha redatto un Decalogo rivolto ai genitori. Sempre sul sito della SIP, i genitori potranno testare la propria conoscenza sull’uso corretto degli antibiotici cimentandosi con il Quiz redatto dall’Oms.

I consigli dei pediatri sugli antibiotici

  1. Gli antibiotici sono utili solo per curare le infezioni batteriche.
  2. Usa gli antibiotici solo quando servono.
  3. Assumere un antibiotico, se non serve, non aiuta a far passare prima la febbre.
  4. Prima di far assumere un antibiotico a tuo figlio, parlane con il pediatra. No al fai da te.
  5. Il bambino non è un piccolo adulto: la dose di antibiotico va decisa dal pediatra.
  6. L’antibiotico va somministrato alla dose giusta: dare più antibiotico non serve a guarire prima.
  7. Previeni le infezioni con alcune semplici regole: lavati le mani, copri naso e bocca quando tossisci o starnutisci.
  8. Esegui le vaccinazioni consigliate: la vaccinazione è l’unico strumento efficace per prevenire numerose malattie.
  9. I batteri possono sviluppare resistenza agli antibiotici. Anche per questo non abusiamone.
  10. Trattare una infezione antibiotico-resistente è più difficile. Può richiedere più tempo, più farmaci e talvolta un ricovero protratto in ospedale.

Fonte: ansa.it

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