La scienza dei sogni

Si muore tutte le sere, si rinasce tutte le mattine: è così. E tra le due cose c’è il mondo dei sogni.
(Henri Cartier-Bresson)

Che cosa sono i sogni? Perché sogniamo? Psichiatri, psicologi e neurologi hanno elaborato diverse teorie che spiegano l’origine e lo scopo dell’attività onirica: secondo alcuni ci aiutano a consolidare i ricordi, secondo altri sono indispensabili per elaborare emozioni e paure.

Ma negli ultimi decenni una serie di studi ed esperimenti ha riportato alla ribalta, almeno in parte, le conclusioni alle quali era giunto Freud tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900: secondo queste teorie i sogni sarebbero pensieri che il nostro inconscio cerca di ignorare durante il giorno e che di notte tornano a galla.

Pensieri “selezionati”
Lo studio nasce dalla curiosità di un ricercatore, il quale aveva notato come un pensiero che cerchiamo forzatamente di ignorare continui ad affiorare nella nostra mente.

Questo fenomeno sarebbe il risultato di due processi cerebrali opposti e contemporanei: uno che cerca attivamente di sopprimere il pensiero o il ricordo e l’altro che verifica lo stato della rimozione. Cancellare un pensiero è un processo complesso e può avvenire solo quando questi due meccanismi lavorano insieme e in armonia.

Si è ipotizzato che questi processi possano non funzionare correttamente durante la fase REM del sonno, perché in quei momenti le parti del cervello coinvolte nella soppressione dei ricordi sono disattivate. E dato che gran parte dei sogni avviene proprio in questa fase, questi sarebbero originati dai pensieri la cui soppressione non è riuscita.

L’esperimento: errori di cancellazione
Lo scienziato ha messo alla prova questa teoria con l’aiuto di alcuni volontari. Ha chiesto ai partecipanti di scegliere una persona tra le loro conoscenze e di dedicare 5 minuti, prima di andare a letto, a scrivere dei pensieri. Ad alcuni è stato detto di scrivere senza pensare in alcun modo alla persona scelta, mentre ad altri è stato chiesto di tenerla al centro dell’elaborazione. Ad un gruppo di controllo non è stata data alcuna indicazione.

Il mattino dopo è stato chiesto a tutti di registrare per iscritto i sogni della notte che riuscivano a ricordare. Il risultato è stato eclatante: i volontari ai quali era stato detto esplicitamente di sopprimere il pensiero relativo al loro conoscente hanno sognato quella persona molto più di tutti gli altri.

Cattivi pensieri e brutti sogni
Negli ultimi anni queste teorie sono state ulteriormente approfondite e oggi sappiamo che questa sorta di “effetto rimbalzo” dei sogni è molto più frequente nelle persone più propense alla soppressione dei pensieri, e in queste persone i sogni relativi ai pensieri che si vogliono eliminare tendono ad assumere tinte più noir.

Tra l’altro questo processo sembra legato a una peggiore qualità del sonno, alti livelli di stress, ansia e depressione.
L’analisi dei sogni può dunque essere un ottimo indicatore di ciò che ci causa problemi nella vita reale di cui tendiamo a non avere la percezione. Le teorie di Freud sembrano quindi in parte confermate.

È stato altrettanto verificato, attraverso sperimentazioni, che nella fase REM del sonno i sogni sono ricchi di interazioni aggressive, che Freud avrebbe spiegato come impulsi repressi durante la giornata.

Insomma, non tutte le teorie di Freud possono essere provate sperimentalmente, ma sembra confermato che i sogni siano una strada privilegiata per accedere al nostro inconscio.

“I sogni ci rammentano continuamente cose a cui abbiamo cessato di pensare e che da lungo tempo hanno perso importanza per noi.”
Sigmund Freud

 924 Visite Totali,  2 Visite di oggi

Condividi questo articolo