Esami del sangue e tumore: i globuli bianchi

Diagnosi precoce significa avere maggiori probabilità di guarigione o di successo delle cure. Per questo gli esperti della Società Italiana di Ematologia (Sie) invitano a non trascurare i segnali dati dalla quantità dei globuli bianchi nel sangue, che potrebbero essere indizio della presenza di un tumore. Ma anche di molte altre patologie, meno gravi, perché spesso questi valori si alterano quando nell’organismo qualcosa non funziona. «Senza allarmarsi troppo e senza indugiare a lungo, quando determinati valori risultano anomali è importante parlare con il proprio medico, che stabilirà se sono necessari approfondimenti o una visita con lo specialista» spiega Fabrizio Pane, presidente Sie.

Globuli bianchi: i valori normali

«I globuli bianchi, o leucociti, sono le cellule del sangue che combattono le infezioni – spiega Giovanni Pizzolo, vicepresidente della Sie -. I globuli bianchi vengono misurati in migliaia per microlitro o millimetro cubo (mm3) di sangue. Il risultato riporta il numero totale, ma di norma viene anche eseguita la formula leucocitaria (o conteggio differenziale leucocitario) che valuta i vari tipi di globuli bianchi (neutrofili anche detti granulociti, linfociti, monociti, eosinofili, basofili), che hanno ciascuno il proprio ruolo distinto per mantenerci sani. I valori normali di globuli bianchi nel sangue sono tra 4.000 e 10.000 per microlitro; granulociti neutrofili (valori nella norma: 2.000-6.000/mm3) e linfociti (1.500-3500/ mm3) sono gli altri tipi più numerosi presi in considerazione».

Globuli bianchi bassi

«Una riduzione dei globuli bianchi può verificarsi per ragioni non legate a un tumore – continua Pizzolo -, come per esempio un’infezione virale. Ma una grave riduzione dei neutrofili (meno di 1.000-500) è la spia di un midollo osseo malato e può essere collegata a varie forme di leucemia, mielodisplasie, midollo povero per aplasia. Ciò è molto più probabile se sono ridotte anche le piastrine e l’emoglobina».

Globuli bianchi alti

I globuli bianchi sono normalmente più alti nei bambini, dopo intenso esercizio fisico, in gravidanza, in corso di infezioni batteriche (neutrofili) o virali (linfociti). Un aumento della quantità di queste cellule permette di evidenziare l’attivazione del sistema immunitario, in genere verso una qualche minaccia effettiva (infezione) o potenziale. Dall’analisi dei singoli tipi di leucociti è poi possibile farsi un’idea abbastanza precisa della natura dell’eventuale infezione (virale, batterica, parassitaria) o di un altro disturbo (per esempio un tumore). «Valori molto aumentati (anche oltre 100.000) si trovano in varie forme di leucemia sia in quelle acute (più gravi, cellule immature) che in quelle croniche (meno gravi, cellule dall’aspetto maturo)» spiega Pizzolo.

Fonte: corriere.it

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