Salute e news: impariamo a leggere le notizie

Quando si parla di patologie e trattamenti, è difficile capire quali sono le notizie davvero importanti. Le informazioni sul cancro e i nuovi trattamenti sono in genere quelle che coinvolgono e interessano di più. Malati e familiari, davanti a una diagnosi di cancro cercano notizie sulla malattia, ma per destreggiarsi nel mare magnum delle informazioni (online e non) è fondamentale saper scegliere di chi fidarsi. Ecco alcuni consigli per interpretare al meglio le notizie sulla salute.

Alla larga dai miracoli e dalle svolte epocali

Ogni esagerazione va presa con il dovuto sospetto: se una notizia appare troppo bella o brutta per essere vera, probabilmente non lo è. Ricordate poi che i titoli sono fatti per attrarre l’attenzione del lettore in pochissime parole, quindi le «sfumature» (tipiche della scienza) finiscono spesso per perdersi. La scienza dovrebbe essere il più accessibile possibile ed è un bene che le notizie sul cancro attraggano tanto interesse, ma questo può indurre un elevato rischio di distorsione.

La maggior parte delle segnalazioni è accurata e responsabile e anche quando non lo è, non significa che dietro ogni errore ci sia malizia. È sempre importante avere la capacità di guardare al contesto in cui sono comparsi nuovi risultati, agli aspetti positivi e ai difetti di uno studio. Ci sono molte cose a cui fare attenzione prima di decidere se qualcosa costituisce davvero una svolta, o se è necessaria altra e più approfondita ricerca.

Chi dà le notizie o ha condotto (e pagato) la ricerca

Sapere chi ha portato avanti la ricerca, chi l’ha finanziata e anche chi la commenta è importante. Gli articoli sono spesso accompagnati da spiegazioni di esperti non coinvolti nella ricerca (è opportuno verificare sempre chi sia l’autore del commento): la loro opinione dovrebbe servire per inserire i risultati dello studio nel contesto di quello che già si conosce e per darne il giusto accento.

Di cosa si parla (laboratorio, cavie o persone)

Le sperimentazioni su cellule, su animali o su pazienti sono le fasi tipiche dello studio di nuovi farmaci. I test in vitro (in laboratorio) e in vivo (su cavie) precedono gli studi sui pazienti e servono per stabilire il meccanismo d’azione e la potenziale tossicità. È da questi test che si definisce se il farmaco sperimentale possa procedere nelle fasi successive. I risultati che si ottengono in laboratorio non sono gli stessi che si ottengono sui pazienti.

Nella sperimentazione umana intervengono molte variabili che possono modificare l’effetto del farmaco: quello che i pazienti mangiano, i farmaci associati, le altre malattie di cui sono affetti. E tutte le variabili agiscono insieme. A differenza di quanto succede in laboratorio è impossibile isolare la variabile “farmaco”. Senza contare la estrema mutevolezza che c’è tra un paziente e l’altro. Negli studi sull’uomo è difficile controllare tutti i fattori che influenzano il decorso di malattia. È per questo che occorre studiare numeri molto vasti di persone e per molto tempo. Raramente è possibile trarne conclusioni definitive. Occorrono verifiche e controlli multipli. Per tutti questi motivi i risultati e le certezze della scienza richiedono molti anni.

Dove viene pubblicato lo studio/articolo

Il risultato degli studi viene solitamente pubblicato da riviste scientifiche. Il processo della revisione è affidato ad altri scienziati secondo la metodologia della “peer review” (o revisione tra pari) che dovrebbe dare garanzia di qualità e correttezza. La pubblicazione dovrebbe consentire di avere informazioni sufficienti per replicare l’esperimento e confermarne quindi i risultati. Un’altra modalità di diffusione delle informazioni è la presentazione a conferenze e convegni. In questo caso, spesso le notizie fornite sono parziali, non sono oggetto di valutazione e vanno quindi considerate preliminari. Solo al momento della pubblicazione è possibile dare un giudizio completo. E tra la prima presentazione e la pubblicazione definitiva spesso trascorre molto tempo.

Quante persone hanno partecipato alla sperimentazione

In genere, più alto è il numero di pazienti che hanno partecipato alla sperimentazione e più i risultati sono affidabili. Lo stesso accade peraltro negli studi sull’animale. Inoltre bisogna chiedersi quanto è importante l’effetto dell’oggetto della sperimentazione. Ad esempio, se studiamo l’impatto dell’alimentazione o dell’obesità sul rischio di contrarre una determinata malattia, molto spesso ci troviamo di fronte a rischi bassi. Quindi bisogna sempre chiedersi quale sia il rischio assoluto di una malattia prima di trarre conclusioni da uno studio.

Verificare se l’informazione è recente o datata

È importante sapere quando e in quanto tempo è stato condotto lo studio. In genere, maggiore è la durata dell’analisi e più i risultati sono affidabili (ad esempio per la possibilità di rilevare effetti collaterali che si manifestano nel tempo o raramente). Nello stesso tempo, uno studio molto vecchio potrebbe non rispecchiare la condizione dei pazienti attuali.

Fonte: corriere.it

 210 Visite Totali,  1 Visite di oggi

Condividi questo articolo