L’intelligenza artificiale contro il diabete

Nei prossimi anni, il mercato globale dell’Intelligenza artificiale (Ia) nel settore sanitario vivrà una crescita incredibile. L’Ia è legata a filo doppio allo sviluppo di algoritmi innovativi. Gli strumenti basati sull’Intelligenza artificiale, come i software di riconoscimento vocale e i sistemi di supporto alle decisioni cliniche, sono progettati per snellire i processi di flusso di lavoro negli ospedali, ridurre i costi, migliorare l’assistenza e migliorare l’esperienza del paziente. Oncologia, cardiologia e diabetologia sono tra le branche della medicina più interessate da queste innovazioni . In questo filone si inserisce anche un sistema integrato di ultima generazione per il diabete di tipo 1.

I meccanismi del diabete

Il diabete mellito di tipo 1 è una condizione in cui l’organismo non è più in grado di produrre l’insulina, l’ormone che permette al glucosio di entrare nelle cellule e di trasformarlo nell’energia necessaria al corpo umano per vivere. Questo provoca un’elevata concentrazione di glucosio nel sangue, responsabile a sua volta di gravi patologie. Attualmente, l’unica terapia possibile per la cura del diabete di tipo 1 consiste nel dare all’organismo quello che non può più produrre autonomamente, e cioè l’insulina, che deve essere somministrata attraverso iniezioni nel tessuto sottocutaneo, da cui poi si distribuisce per tutto l’organismo. Proprio per questo, la vita di un paziente è piuttosto complicata. L’autocontrollo della glicemia durante il giorno, il giusto apporto di carboidrati e l’eventuale somministrazione di insulina fanno parte della «routine del malato». L’innovazione tecnologica però sta giocando un ruolo fondamentale nella semplificazione della gestione del diabete.

Il sistema: sensori, microinfusori e algoritmi

In questa direzione, la ricerca tecnologica sta lavorando a un sistema che consente di controllare automaticamente i livelli di glucosio e di regolare l’infusione dell’esatta quantità di insulina per una protezione dai picchi glicemici 24 ore al giorno, per il trattamento di persone con diabete di tipo 1 a partire dai sette anni di età. Il nuovo sistema, deduce in modo indipendente quando e quanta insulina infondere nel corpo, consentendo alla persona diabetica di apportare modifiche in caso di necessità e stabilizzare automaticamente i livelli di glucosio.

La tecnologia si basa su un sensore che misura per 24 ore al giorno la concentrazione di glucosio nel tessuto sottocutaneo, da un dispositivo indossabile che calcola la dose di insulina da infondere sulla base delle glicemie rilevate dal sensore e una pompa sottocutanea (o microinfusore) che riceve il comando dal dispositivo indossabile e inietta l’ormone in circolo chiudendo così l’anello di regolazione. Il sensore e il dispositivo comunicano via bluetooth. Il nuovo sistema, se utilizzato in modalità automatica, richiede un input minimo da parte degli utilizzatori, che devono solo inserire i carboidrati assunti durante il pasto e calibrare periodicamente il sensore. Ma la caratteristica più attesa e importante è data dalla capacità di prevedere e proteggere la persona con diabete dalle ipoglicemie e iperglicemie, mimando alcune delle funzioni di un pancreas sano.

Migliora l’intervallo glicemico

Questo nuovo sistema ha la capacità di stabilizzare automaticamente i livelli di glucosio e contribuisce a migliorare il “Time in Range” ovvero la percentuale di tempo che le persone con diabete di tipo 1 trascorrono nell’intervallo glicemico ottimale, pari a 70-180 mg/dL. Questa tecnologia ha un impatto significativo sulla vita delle persone con diabete sia dal punto di vista della qualità clinica che della qualità della vita. I fenomeni di ipoglicemia, infatti, espongono i pazienti a rischi sanitari continui, con un conseguente abbassamento della qualità di vita, senza dimenticare che ogni accesso in pronto soccorso e ogni ricovero ospedaliero rappresenta dei costi importanti. Il valore generato da queste nuove tecnologie, per i benefici prodotti in termini di aspettativa e qualità di vita, rende la terapia sostenibile per il Sistema Sanitario.

Il cauto ottimismo delle associazioni dei pazienti

Le prime reazioni delle Associazioni che tutelano le comunità di persone con diabete sono improntate all’ottimismo, senza però nascondere anche le preoccupazioni per la situazione generale. Con l’innovazione tecnologica siamo a un passo verso l’automazione completa delle cure in grado di migliorare la qualità e la sostenibilità. Le persone in cura con questi avanzati presidi e tecnologie, però, hanno necessità di essere formate sul loro corretto utilizzo e supportate dal Servizio Sanitario in un approccio terapeutico integrato e continuativo. In attesa che questa nuova tecnologia sia disponibile, è possibile tenere sotto controllo i livelli di glucosio con un check up dedicato.

Fonte: corriere.it

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