Cellulare e tumore al cervello: la sentenza del tribunale

Il Tribunale di Ivrea ha condannato l’Inail a corrispondere una rendita vitalizia da malattia professionale al dipendente di una azienda cui è stato diagnosticato un neurinoma cerebrale dopo che per 15 anni ha usato il cellulare per più di tre ore al giorno senza protezioni. La sentenza, resa nota oggi dagli avvocati, è dello scorso 30 marzo. Il giudice del lavoro del Tribunale di Ivrea, riconosce che il tumore, benigno ma invalidante, contratto dall’uomo è stato causato dall’uso scorretto del telefonino.

La parola ai protagonisti

“Non voglio demonizzare l’uso del telefonino, ma credo sia necessario farne un uso consapevole”, afferma Roberto Romeo dopo aver vinto la causa e aver ottenuto il risarcimento. “Ero obbligato a utilizzare sempre il cellulare per parlare con i collaboratori e per organizzare il lavoro – racconta l’uomo -. Per 15 anni ho fatto innumerevoli telefonate anche di venti e trenta minuti, a casa, in macchina. Poi ho iniziato ad avere la continua sensazione di orecchie tappate, di disturbi all’udito. E nel 2010 mi è stato diagnosticato il tumore. Ora non sento più nulla dall’orecchio destro perché mi è stato asportato il nervo acustico”. “Speriamo che la sentenza spinga a una campagna di sensibilizzazione, che in Italia non c’è ancora”, afferma l’avvocato Stefano Bertone. “Come studio – aggiunge – abbiamo aperto il sito www.neurinomi.info, dove gli utenti possono trovare anche consigli sull’utilizzo corretto del telefonino”.

Che cos’è un neurinoma

Un neurinoma è un tumore benigno del cervello che cresce sul nervo acustico (nervo vestibolococleare), che serve a sentire e a tenersi in equilibrio. Dal momento che i sintomi sono facilmente confondibili con quelli di altre patologie, non è immediato individuare questo tumore. La diagnosi di neurinoma acustico viene effettuata tramite esame audiometrico, eseguito in ambulatorio. Si può ricorrere anche alla risonanza magnetica, utile per trovare l’esatta posizione e valutare la grandezza del tumore; è un esame attendibile e affatto invasivo, e si dimostra perciò davvero indicato per l’individuazione della patologia. Anche la TC è in grado di visualizzare correttamente la neoplasia. Più la diagnosi sarà accurata, maggiori saranno le possibilità di una cura mirata e adeguata al caso.

Oltre 20 anni di studi sul cellulare

La sentenza fa storia perché arriva dopo oltre venti anni di studi e ricerche, che legano i telefonini cellulari alle paure e agli allarmismi sui presunti rischi di sviluppare malattie come il cancro al cervello. Alcune ricerche hanno ritenuto i telefonini potenzialmente cancerogeni, altre li hanno ‘assolti’ e altre ancora non sono arrivate ad alcuna certezza che l’utilizzo del cellulare, anche prolungato, possa aumentare il rischio di tumori cerebrali. Su queste basi, nel 2011, l’Oms ha definito i campi elettromagnetici come solo ‘possibly carcinogenic’.

Quali sono le precauzioni da seguire

L’incidenza dei tumori al cervello causati dai campi elettromagnetici prodotti dai telefonini resta comunque molto bassa e si riferisce solo ad alcuni soggetti predisposti. Nell’attesa che gli studi epidemiologici in atto offrano risultati più certi, il suggerimento è di ridurre l’esposizione, utilizzare gli auricolari e, quando possibile, evitare una telefonata e scrivere sms. La cautela è particolarmente importante per i giovani, che hanno tessuti cerebrali più sensibili di quelli degli adulti e che, a differenza dei più anziani, hanno davanti un’intera vita di esposizione. Per esempio, è importante non dormire mai con il cellulare vicino al cuscino, usare l’auricolare o il viva voce e fare conversazioni rapide.

Fonte: ANSA, repubblica.it

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